mercoledì 19 gennaio 2011

REGESTO DONNE NOTE DEL SETTECENTO: FONTI, BIOGRAFIE, BIBLIOGRAFIA:

Sono un appassionato di ricerche sul "Grand Tour e sulle Accademie dell'Arcadia e di San Luca nel XVIII secolo". Vivo in Italia ed in Polonia dove, di tanto in tanto, AMO VIAGGIARE NELLO SPAZIO E NEL TEMPO. Chiunque, residente in uno di questi due paesi, nutra la mia stessa passione, può contattami per un incontro in cui condividere e scambiarsi esperienze, foto, opere, documentazioni raccolte a tutt'oggi e magari per concordare un'eventuale escursione, tra realtà e immaginazione, da fare insieme successivamente. 
 
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IL MATERIALE CHE SEGUE E CHE SEGUIRA' E' ESTRATTO DAL MIO ARCHIVIO ED E' FRUTTO DI ANNI DI RICERCHE NEGLI ARCHIVI E NELLE BIBLIOTECHE D'ITALIA E D'EUROPA.
Chiunque avesse bisogno, per studio o per ricerca, di ulteriori dati relativamente a biografie specifiche di donne del XVIII secolo (e anche di altri secoli), può scrivermi a: teatrosztuka@libero.it
Sarò lieto se potrò dare un contributo, per quanto possibile.

ALLEGATO DONNE NOTE VISSUTE NEL SETTECENTO
comunque nate o morte nel diciottesimo secolo, che si sono distinte nelle arti, nelle professioni, nelle scienze, nelle lettere, nella politica, nella religione o nel sociale

BIOGRAFIA DI
FORTUNATA SULGHER FANTASTICI MARCHESINI
PUBBLICATA SUL LIBRO:
ALBERTO MACCHI, IRENE PARENTI, EDITRICE AETAS, ROMA 2006:

FORTUNATA SULGHER FANTASTICI MARCHESINI, poetessa, figlia di ELISABETTA ANGELI, pisana e di FRANCESCO SULGHER, nasce a Livorno il 27 febbraio 1755. La Marchesa VIVIANI e la Duchessa DI ATRI sin dall'età di dieci anni la incoraggiano a scrivere. Malgrado i genitori non le possono assicurare grandi maestri, a soli tredici anni lei già compone ed improvvisa poesie con successo, attingendo notizie e lumi da quei letterati che via via conosce. Nel 1770 diviene Pastorella dell'Accademia dell'Arcadia col nome di TEMIRA PARRASIDE. Per un certo periodo riceve da Pisa un ampio carteggio da parte di TITO MANZI. È apprezzata come poetessa dall'Abate spagnolo JAN ANDRÉS alla stessa stregua di MADDALENA MORELLI e di IRENE PARENTI. Sovente canta versi in pubblico insieme alla poetessa BIAMONTI. Nel 1785 appare con alcune sue "Rime" sul Parnaso Italiano di Bologna, accanto agli scritti del Conte VARANO, del Marchese BOCCELLA, del Marchese PINDEMONTE, del BONDI, del PARINI, dell'Abate CESAROTTI, della Contessa AUGUSTA PICCOLOMINI PETRA. Nel 1777 sposa a Firenze, in prime nozze, il suo amico ed estimatore GIOVANNI FANTASTICI. Diviene madre, ma presto si ammala di una fierissima e subdola malattia nervosa. Recita quasi tutte le sue composizioni poetiche alla Reale Accademia Fiorentina di Belle Lettere dove qualcuno commenta: "Il Bel Sesso deve essere grato al merito procuratosi dalla chiarissima Autrice. Essa si è condotta al massimo impegno per far decoro alla Patria e al suo sesso… E si è inoltrata da se medesima nella strada gloriosa del Tosco Pindo quando in Firenze i Cigni dell'Arno presso che tutti tacevano… Tutto ell'ha vinto ciò che impedivale d'arrivare al suo scopo per avere luogo nel nostro Parnaso". Nel 1783 VINCENZO MONTI presenta a FORTUNATA FANTASTICI il pittore austriaco LUDWIG GUTTENBRUNN. Nel 1785 a Firenze l'editore PIETRO ALLEGRINI pubblica "Componimenti Poetici" di TEMIRA PARRASIDE per l'Accademia Fiorentina, con inserita una vignetta allegorica incisa da F. GREGORI su disegno di J. MACPHERSON e con un fregio xilografico di FERRI. Nello stesso anno i Conti HUGS, in occasione della loro partenza da Firenze, per esprimerle la loro stima come poetessa le regalano un orologio guarnito di perle. L'8 giugno 1789 ha la sua prima figlia, MASSIMINA che sposerà un ROSSELLINI. Molto presto ha una seconda figlia, ISABELLA che sposerà un KIRIAKI. Nel 1791 suo marito si iscrive all'Etruria Pittrice di Firenze, di NICCOLO' PAGNI e GIUSEPPE BARDI. La poetessa COSTANZA MOSCHENI le dedica un'anacreontica che inizia con questi versi: "TEMIRA, onor d'Etruria, ...in te lodo le vezzose immagini…". La dama inglese Lady HESTER LYNCH PIOZZI, con Mrs. GREATHEED'S ed altri suoi amici, applaude i suoi versi da lei stessa improvvisati e cantati. Nel maggio del 1792 commissiona ad ANGELICA KAUFFMANN un suo ritratto. Lo stesso anno TEMIRA PARRASIDE con la Stamperia PAZZINIANA, pubblica a Siena "Poesie dedicate ad ANGELICA KAUFFMANN". Nel 1794 pubblica a Livorno con l'editore TOMMASO MASI & Co. altre sue "Poesie", in cui è impresso il suo ritratto fatto da MORGHEN, tratto dal quadro di ANGELICA KAUFFMANN, in cui c'è una dedica degli editori a ANNA REFINESQUE DESMARETZ. Scrive la Canzone "Per l'Espugnazione di Mantova", l'Inno sacro dal titolo "Canto per fanciulli di un Istituto" e venti Canti dal titolo "Amerigo". Nel l796 a Firenze vengono pubblicate ancora sue "Poesie". Sposa in seconde nozze PIETRO MARCHESINI. Nel 1802 pubblica a Parma il Poemetto "Ero e Leandro". Nel 1819 DIODATA SALUZZO le dedica alcuni versi e COSTANZA MOSCHENI una Poesia Anacreontica. Risponde a DIODATA SALUZZO con una lettera e con una "Poesia Anacreontica" dedicata a lei. Muore a Firenze il 13 giugno 1824 e viene sepolta nella Chiesa di Santa Croce. (Emilio De Tipaldo, Biografia degli Italiani Illustri nelle Scienze Lettere e Arti del XVIII Secolo, Tipografia Alvisopoli e poi Cecchini, Venezia 1834-45, vol. 4, p. 296) (Francesco Pera, Biografie Livornesi, Vigo, Livorno 1867) (Emilio De Tipaldo, Biografia degli Italiani Illustri nelle Scienze, Lettere e Arti del XVIII Secolo, Tipografia Alvisopoli, e poi Cecchini, Venezia 1834-45, vol. 8, p. 396) (A. M. Giorgetti Vichi, Onomasticon - Gli Arcadi dal 1690 al 1800, Roma 1977) (Hester Lynch Piozzi, Glimpses of Italian Society, Seeley & Co. Limited, London 1892, pp. 150-178) (Enciclopedia Bio-Bibliografica Italiana, Tosi, Roma-Milano 1941-42, vol. II, pag. 271) (E. Repetti, Dizionario Geografico Fisico Storico della Toscana, S.I.) (Fabia Borroni Salvadori, G. Bencivenni Pelli al Tempo della Galleria, in “Rassegna Storica Toscana”, Firenze 1983, p. 164) (Fabia Borroni Salvadori, Memorialisti e Diaristi di Firenze nel periodo Leopoldino 1765-1790, in “Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa”, III Serie, 3 fascicolo, 1979, pag. 1280) (Fabia Borroni Salvadodori, Memorialisti e Diaristi di Firenze nel periodo Leopoldino 1765-1790, in “Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa”, III Serie, 3 Fascicolo, 1979, pag. 1280) (Memorandum of paintings, by Angelica Kauffmann - Lady Victoria Manners and Dr. G. C. Williamson, Angelika Kauffmann, R. A., her life and her works, London [1924], p.162) (Niccolo` Pagni e Giuseppe Bardi, L’Etruria Pittrice, Firenze 1791) (Scritti di Diodata Saluzzi, Capurro, Pisa, 1819) (Francesco Pera, Biografie Livornesi, Vigo, Livorno 1867, I, p. 305) (Francesco Pera Biografie Livornesi, Vigo, Livorno 1867, p. 296) (Francesco Pera, Biografie Livornesi, Vigo, Livorno 1867, I, p. 297) (Pietro Leopoldo Ferri, Biblioteca Femminile Italiana, raccolta, posseduta e descritta da P.L.F., Tipografia Crescini, Padova 1842) (Francesco Pera, Biografie Livornesi, Vigo, Livorno 1867, I, p. 304) (Francesco Pera, Biografie Livornesi, Vigo, Livorno 1867, p. 302) (Studio Bibliografico Scriptorium, Mantova 2001 cat. 13C) (Italian Women Writers, University of Chicago Library, 2001) (F. Fantastici, Inno Sacro Canto per Fanciulli di un Istituto, Fabris, Firenze 184) (F. Fantastici, 20 Canti dal titolo Amerigo, Fabris, Firenze 1843) (F. Fantastici, Lettera, nelle Poesie Postume di Diodata Saluzzo, Torino 1843) (F. Fantastici, Sette Lettere, nelle Poesie Postume di Diodata Saluzzo, Torino 1843. Nell'ultima lettera ci sono suoi "Versi Anacreontici" diretti alla Saluzzo) (P. L. Ferri, Aggiunte alla Biblioteca Femminile Italiana, Tipografia delle Arti, Roma 1844) (F. Fantastici, Poesie, Tommaso Masi & Co., Livorno 1794) (F. Fantastici Sulgher, Poesie, Firenze 1796) (F. Fantastici Sulgher, Poesie per l'Espugnazione di Mantova) (F. Fantastici Sulgher, Poesie dedicate ad Angelica Kauffmann, Stamperia Pazziniana, Siena 1792) (F. Fantastici Sulgher, Poesie, Livorno1794) (F. Fantastici Sulgher, Poesie, Pietro Allegretti, Firenze 1785) (Temira Parraside, Ero e Leandro, Parma 1802) (F. Fantastici Sulgher, Componimenti Poetici, Pietro Allegrini, Firenze 1785) (Antonella Giordano, Letterate Toscane del Settecento, All'Insegna del Giglio, Firenze 1994) (Fortunata Sulgher Fantastici, Poesie, Tommaso Masi & Co, Livorno 1794) (Fortunata Sulgher Fantastici, Poesie, Tommaso Masi & Co, Livorno1794) (Fabia Borroni Salvadori, Bencivenni Pelli al tempo della Galleria, in “Rassegna Storica Toscana”, Firenze 1983, p. 165) (Maria Letizia Peronato, Fortunata Fantastici Sulger 1755 – 1824, Tesi di Laurea Università di Padova Italianistica, 1996 –97). Per altro materiale come foto, pubblicazioni e per ulteriori informazioni vedi l’Archivio Privato di Alberto Macchi a Roma.

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ANHALT ZERBST Sofia Amalia Federica (Stettino, 2.5.1729 - Mosca 1796), tedesca. Drammaturga, Imperatrice di Russia col nome di CATERINA II.
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ZOFIA ANHALT ZEBST, drammaturga, nasce a Stettino il 2 maggio 1729 dal Principe CRISTIANO AUGUSTO DI ANHALT ZEBST e da GIOVANNA DI HOLSTEIN-GOTTORP. Nel 1757 ha una bambina di nome ANNA dalla relazione con il futuro Re di Polonia Stanislao Augusto. Ma la bambina vivrà pochi anni soltanto. Sposa lo Zar PIETRO III. Ha un figlio. Nel 1762 il pittore VIRGILIUS ERICHSEN la ritrae in un quadro. Si dedica alla sua vecchia passione, il teatro. Le opere teatrali più notevoli scritte da CATERINA II tra il 1772 e il 1786 sono le seguenti commedie: "O tempo!", "L’anticamera di un eminente boiaro", "L’onomastico della Signora Vorcalkina", "L’ingannatore", "L’ingannato", "Lo stregone siberiano". Nel 1785, da un quadro di MICHELE BENEDETTI raffigurante il suo ritratto, FRANCESCO BARTOLOZZI fa un'incisione di cm. 45,7X28,4, del 1785. Dal 1786 al 1791 si dedico` alla stesura di libretti di opere comiche. Figura nell'appendice delle "Memorie Storiche" di ANGELICA KAUFFMANN ZUCCHI. Un altro suo ritratto è di MICHELE BENEDETTI con una versione in ovale del LAMPI. Muore a Mosca nel 1796.
INFORMAZIONI SU CATERINA II. (Sir Jeshua and the Empresse Catherine, Frederick Hilles, in Bond, 1970)
CATERINA II nata Stettino il 2/5/1729, figlia del Principe CRISTIANO AUGUSTO DI ANHALT ZEBST e da GIOVANNA DI HOLSTEIN-GOTTORP, sposò lo Zar PIETRO III. (Enciclopedia, Zanichelli, Bologna 1995)
Nel 1757 ha una bambina di nome ANNA dalla relazione con il futuro Re di Polonia STANISLAO AUGUSTO. Ma la bambina vivrà pochi anni soltanto. (Maria Pia Perrotta, Caterina II di Russia, 2001)
Le opere teatrali piu` notevoli scritte da CATERINA II tra il 1772 e il 1786 sono le seguenti commedie:
- O tempo!
- L’anticamera di un eminente boiaro.
- L’onomastico della Signora Vorcalkina.
- L’ingannatore.
- L’ingannato.
- Lo stregone siberiano.
Dal 1786 al 1791 si dedico` alla stesura di libretti di opere comiche.
(Enciclopedia dello spettacolo, Garzanti, Milano 1978)
Sulla vita di CATERINA II. (Zoe Oldenbourg,Caterina di Russia, Gallinard, Paris 1968)
(La Cour de l’Imperatrice Catherine II, ses collaborateurs et ses entourage, Saint Peterburg 1899) (Lettres de Catherine II a` Stanislaw-August Roi de Pologne, Paris 1914) (Castera,Histoire de atherine II Imperatrice de Russie, Paris) (A. Herzen,Memoires de Catherine II, Londra 1859) (J.R. Schirer, Anectodes Interessantes et secretes de la Cour de Russie, Londres et Paris 1972)
Ritratto di Caterina di Russia" da MICHELE BENEDETTI, incisione di FRANCESCO BARTOLOZZI, cm. 45,7X28,4, del 1785 (Fondo Corsin, Istituto Calcografico, Roma, 181834, vol. 58N16)
La Zarina CATERINA II figura nell'appendice delle "Memorie Storiche" di ANGELICA KAUFFMANN ZUCCHI. (Angelica Kauffmann e Roma, De Luca, Roma 1998, p. LXXI)
"CATERINA di Russia Imperatrice", quadro del 1762, di VIRGILIUS ERICHSEN (Coopenhagen 1712-1782) (Collezione C. L. David, Coopenhagen)
Foto del quadro "CATERINA di Russia Imperatrice" di VIRGILIUS ERICHSEN, del 1762.
(Andrea Busiri Vici, I Poniatowski e Roma, Eda, Firenze 1971, p. 19)
"CATERINA II", ritratto di MICHELE BENEDETTI (Viterbo 1745-Vienna 1810). Esiste anche una versione in ovale del LAMPI (Collezione dei Marchesi Cholmondeley)
Foto del ritratto di "CATERINA II" di MICHELE BENEDETTI. (Andrea Busiri Vici, I Poniatowski e Roma, Eda, Firenze 1971, p. 224)
Su CATERINA II. (Memoires de Catherine II, Herzen, 1857)
CATERINA I, moglie di ALEKSEEVIČ, lo Zar PIETRO I IL GRANDE. (Enciclopedia, Zanichelli, Bologna 1995)
ANNA PETROVNA, figlia di PIETRO I, IL GRANDE, Zar di Russia, sposò CARLO FEDERICO Duca di HOLSTEIN-GOTTORP. (Nuovissima Enciclopedia Illusrata, Istituto Editoriale di Cultura, Roma 1945)
BERNARDINO CALAU ha insegnato, presso la Corte di Prussia, alla Principessa AMALIA e alla Duchessa HOLSTEIN GOTTORP, la "Cera Eleodorica Punica" nella pittura ondeggiante plastica ed encaustica. (Giornale Enciclopedico di Letteratura Italiana e Oltramontana, Ranieri Del Vivo, Italia 1782, vol. V, p. 72)
La Pricipessa GIOVANNA HOLSTEIN GOTTORP è moglie del Principe CRISTIANO AUGUSTO di ANHALT ZERBST e madre di CATERINA II di Russia. (Maria Pia Perrotta, Caterina II di Russia, 2001)
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BENTI GARBERINI BULGARELLI Marianna (Roma 1626 - Roma 26/2/1734), italiana. Cantante. Detta LA ROMANINA.
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MARIANNA, cantante, sposata con BULGARELLI. Diventa l'amante di METASTASIO. Detta LA ROMANINA, interpreta molti melodrammi scritti da METASTASIO. è già famosa a Roma quando nel 1708 si reca a Venezia. Nel 1709 è a Genova, nel 1714 a Napoli. Sposa DOMENICO BULGARELLI e va a Vienna con METASTASIO. Negli anni 1712 e 1717 torna a Genova, nel 1716 e nel 1718 a Venezia, nel 1718, 1721 e 1724 a Napoli. Fa la parte di Venere nel lavoro teatrale "Gli Orti Esperidi". Lo presenta a ad alcuni famosi musicisti come ALESSANDRO SCARLATTI PORPORA. Il METASTASIO per lei scrive "nel 1724 "Didone Abbandonata". Nel 1726, al Teatro di San Giovanni Grisostomo di Venezia, MARIANNA BENTI BULGARELLI canta con successo alla prima del dramma "Siroe" di METASTASIO con musiche di VINCI. Lo spettacolo poi continua a Roma e a Napoli. Un altro dramma di METASTASIO con lei interprete, ma questa volta con musiche di PORPORA dal titolo "Ezio, verrà messo in scena sempre al Teatro San Giovanni Grisostomo di Venezia, nel 1728. Quando ella muore a Vienna lascia tutto compresa la casa. ma questi vi rinuncerà in favore del marito di lei. Muore a Roma il 26 febbraio 1734.
MARIANNA BENTI, cantante, detta LA ROMANINA, moglie di BULGARELLI, diventa l'amante di METASTASIO. Interpreterà molti melodrammi scritti da METASTASIO. Farà la parte di Venere nel lavoro teatrale "Gli Orti Esperidi". Il METASTASIO per lei scrisse "nel 1724 "Didone Abbandonata". Quando ella morrà a Vienna gli lascerà tutto compresa la casa, ma questi vi rinuncerà in favore del marito di lei.
(De Sanctis, Storia della Lettratura Italiana, Einaudi)
(Cecco-Sapegno, Storia della Letteratura Italiana, Garzanti)
(P. Giudici, Storia D'Italia, Nerbini)
MARIANNA BENTI BULGARELLI, amante di METASTASIO, lo presenta a ad alcuni famosi musicisti come ALESSANDRO SCARLATTI PORPORA. (Quest'ultimo lo istruirà nella musica).
Nel 1726, al Teatro di San Giovanni Grisostomo di Venezia, MARIANNA BENTI BULGARELLI canta con successo alla prima del dramma "Siroe" di METASTASIO con musiche di VINCI. Lo spettacolo poi continua a Roma e a Napoli.
Un altro dramma di METASTASIO, ma questa volta con musiche di PORPORA dal titolo "Ezio, verrà messo in scena sempre al Teatro San Giovanni Grisostomo di Venezia, nel 1728 (Da notare che a Venezia in quel tempo esistevano già i teatri della Fenice, di San Benedetto e di San Moisé, oltre a quello di San Giovanni Crisostomo nato nel 1678 e chiamato poi nel XIX secolo Teatro Malibran.).
(Storia del Teatro di Malibran, Venezia 2002)
La Cantante MARIA BENTI GARBERINI, detta LA ROMANINA, (Roma 1686 - Roma 26/2/1734), è già famosa a Roma quando nel 1708 si reca a Venezia. Nel 1709 è a Genova, nel 1714 a Napoli. Sposò DOMENICO BULGARELLI e andò a Vienna con METASTASIO. Negli anni 1712 e 1717 torna a Genova, nel 1716 e nel 1718 a Venezia, nel 1718, 1721 e 1724 a Napoli.
(Dizionario Biografico degli Italiani, Treccani, Roma 1981)
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BORGHINI Maria Selvaggia (Pisa 7/2/1654 - Pisa 21/2/1751), italiana. Letterata. Detta ADATABILE presso l'Accademia degli Innominati. Membro dell'Accademia degli Stravaganti. Poetessa dell'Arcadia col nome di FILOTIMA INNIA (o JUNIA)
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MARIA SELVAGGIA, poetessa, nasce a Pisa il 7 febbraio 1654. È la zia di MARIA SELVAGGIA e di CATERINA BORGHINI. Diventa Membro dell'Accademia degli Innominati assumenro il nome di ADATABILE. Ella figura in uno degli otto medaglioni a grisaille raffiguranti il profilo di alcuni tra i componenti più noti dell'Accademia degli Innominati circondati dalle lettere che compongono iloro nomi. Patrocinata da MARIA VITTORIA DELLA ROVERE si iscrive fra le Pastorelle Arcadi, col nome di FILOTIMA INNIA o JUNIA, Pubblica una Corona Poetica di "Sonetti". MARIA SEVAGGIA BORGHINI si sposa. Restata vedova non si risposa, questo crea uno scandalo, descritto anche nel "Filosofo Inglese" di GOLDONI. MARIA SELVAGGIA BORGHINI diviene Membro dell'Accademia degli Stravaganti. Traduce le opere di Tertulliano dal latino, pubblicate poi a Roma nel 1756. Muore a Pisa il 21 febbraio del 1751.
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SELVAGGIA BORGHINI (Pisa 1656 - Pisa 1731) riuniva nel suo salotto i professori dello "Studium" pisano…
(Comune di Psa, Cultura Donne)
SELVAGGIA BORGHINI, zia di MARIA SELVAGGIA e di CATERINA BORGHINI
(Ginevra Canonici,Prospetto Biografico delle Donne Italiane Rinomate in Letteratura, Fachini, Venezia 1824)
Presso l'abitazione privata dei signori CRAVERO a Bra, un tempo casa del Conte REVIGLIO vi sono esposti otto medaglioni a grisaille raffiguranti il profilo di alcuni tra i componenti più noti dell'Accademia degli Innominati circondati dalle lettere che compongono iloro nomi. Fra questi figura SELVAGIA BORGHINI detta l'"ADATABILE"
(Allegra Alacevich, Una Cheraschese Illustre, Cherasco 2001, p. 56)
SELVAGGIA BORGHINI è la prima donna ascritta fra le Pastorelle Arcadi, col nome di FILOTIMA INNIA (o JUNIA), patrocinata da MARIA VITTORIA DELLA ROVERE. Pubblica una Corona Poetica di Sonetti.
(Allegra Alacevich, Una Cheraschese Illustre, Cherasco 2001, p. 60)
CATERINA BORGHINI, poetessa dell'Arcadia col nome di ERATO DIONEA, nipote della poetessa MARIA SELVAGGIA BORGHINI
(Emilio De Tipaldo, Biografia degli Italiani Illustri nelle Scienze, Lettere e Arti del XVIII Secolo, Tipografia Alvisopoli, e poi Cecchini, Venezia 1834-45, vol. 2, p.426)
CATERINA BORGHINI (1743-1766) per tutta la sua giovinezza viene educata da sua zia, la poetessa SELVAGGIA BORGHINI
(Allegra Alacevich, Una Cheraschese Illustre, Cherasco 2001, p. 60)
Informazioni su CATERINA BORGHINI.
(F. Inghirami, Storia della Toscana, Poligrafia Fiesolana, Fiesole 1843-44)
Biografia di MARIA SELVAGGIA BORGHINI (Pisa 1654-21/2/1751) ,poetessa dell'Arcadia col nome di FILOTIMA INNIA
(Emilio De Tipaldo, Biografia degli Italiani Illustri nelle Scienze, Lettere e Arti del XVIII Secolo, Tipografia Alvisopoli, e poi Cecchini, Venezia 1834-45, vol. 2, p. 425)
Biografia di MARIA SELVAGGIA GORGHINI:
(Maria Selvaggia Borghini, Il Canzoniere. Vita e opere di Maria Sevaggia Borghini a cura di A. Agostini e A. Panaija, ETS, 2001)
Opere di MARIA SELVAGGIA BORGHINI (1634 - 1731), nipote di SELVAGGIA BORGHINI.
(Ginevra Canonici,Prospetto Biografico delle Donne Italiane Rinomate in Letteratura, Fachini, Venezia 1824)
MARIA SEVAGGIA BORGHINI, restata vedova non si risposa, questo crea uno scandalo, descritto anche nel "Filosofo Inglese" di GOLDONI.
(Allegra Alacevich, Una Cheraschese Illustre, Cherasco 2001)
MARIA SELVAGGIA BORGHINI (1656-1731), arcade e accademica degli Stravaganti, ha tradotto le opere di TERTULLIANO dal latino, pubblicate poi a Roma nel 1756.
(Il Canzoniere di Maria Sevaggia Borghini, ETS, Pisa 2001)
MARIA LUISA CICCI
TERESA BANDETTINI LANDUCCI
MARIA SELVAGGIA BORGHINI (Pisa 7/2/1654 - 22/2/1731)
MARIA FORTUNA
IRENE PARENTI DUCLOS
FORTUNATA SULGHER FANTASTICI MARCHESINI
Ecc. ecc.
(Antonella Giordano,Letterate Toscane del Settecento, All'Insegna del Giglio, Firenze 1994)
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CARRIERA Rosalba (Venezia 7/10/1675 - Venezia 15/4/1757), italiana. Pittrice, ritrattista, pastellista. Musicista. Membro dell'Accademia Clementina.
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ROSALBA, pittrice, nasce a Venezia il 7 ottobre 1675. Figlia di ANDREA CARRIERA e di ALBA FORESTI, ha due sorelle ANGELA e GIOVANNA. Malgrado nella sua epoca il mondo sia dominato dagli uomini, riesce a diventare "Donna di Potere". Dipinge un "Autoritratto con sua sorella ANGELA CARRIERA". Si interessa, oltre che alla pittura, anche alla musica. Un suo amico il Maestro CROZAT un giorno da un concerto per mettere in evidenza il suo talento, facendola esibire con il violone. A questa esibizione musicale assiste il Regente con Monsieur LAW e poi il Conte DE CAYLUS, Monsieur e Madame DE JULIENNE, WATTEAU, MARIETTE, l'abbate DE MAROULLE et Monsieur HÉNIN. Il 14 gennaio del 1720 è nominata Membro dell'Accademia Clementina di Bologna. ROSALBA non lascia mai la sua casa sul Canal Grande. Dipinge nel 1741 un "Ritratto di HORACE WALPOLE" che oggi invece sembra rapprenti un altro personaggio. Nello stesso anno accoglie in casa sua sorella ANGELA che, sposata al pittore GIAN ANTONIO PELLEGRINI, è restata vedova. Dipinge poi "La Signora ROSALBA" che diviene un'acquforte del 1778, incisa da FRANCESCO BARTOLOZZI di cm 205X154. Ha come amico CHRISTIAN COLE il quale le procura molti committenti inglesi. Alla morte di GIOVANNA, cade in una crisi depressiva che le impedisce di lavorare per mesi. Muore a Venezia il 15 aprile del 1757.
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Biografia e bibliografia di ROSALBA CARRIERA
(Ann Sutherland Harris e Linda Nochlin, Le Grandi Pittrici 1550 - 1950, Feltrinelli, Milano 1979)
Biografia di ROSALBA CARRIERA
(Emilio De Tipaldo, Biografia degli Italiani Illustri nelle Scienze, Lettere e Arti del XVIII Secolo, Tipografia Alvisopoli, e poi Cecchini, Venezia 1834-45, vol. 3, p.361)
Biografia di ROSALBA CARRIERA (1675 - 1758)
(Bice Viallet, Gli Autoritratti Femminili delle RR Gallerie degli Uffizi in Firenze, Alfieri & Lacroix, Roma s.d. 1923)
Biografia di ROSALBA CARRIERA
(Valeria Moretti, Le più Belle del Reale, Spada, Roma 1983)
Autoritratto di ROSALBA CARRIERA con sua sorella ANGELA CARRIERA
(Galleria degli Uffizi, Firenze)
Informazioni su ROSALBA CARRIERA.
(C. Limentani Virdis, Le Tele Svelate, Eidos, Milano-Venezia 1996)
(Davide Banzato, Da Padovanino a Tiepolo, Federico Motta, Milano 1997)
(G. M. Pilo, Pittura Veneziana dal Quattrocento al Settecento, Venezia 1999)
(M. Di Giampalo, Fenice, Milano 2000)
(Bollettino del Museo Civico di Padova, Note Biografiche su Alcuni Artisti Veronesi del Settecento, Padova 1994)
(Paolo Mastroianni, Il Notiziario delle Donne, Dwpress, Roma, novembre 2000)
(Vittorio Malamani, Rosalba Carriera e l'inaugurazione delle sale degli autoritratti nella Reale Galleria degli uffizi, Ministero Istruzione Pubblica, Roma 1899)
ROSALBA CARRIERA figlia di ANDREA CARRIERA e ALBA FORESTI
(Italian Women Writers, University of Chicago Library, 2001)
ROSALBA CARRIERA, che malgrado nella sua epoca il mondo fosse dominato dagli uomini, riuscì a diventare "Donna di Potere".
Non lasciò mai la sua casa sul Canal Grande ancora oggi esistente.
(Laurenti, Input 48 Arte, 2001)
Ha dipinto nel 1741 un ritratto che fino a qualche tempo fa s'era creduto rapprentasse HORACE WALPOLE. Oggi invece sembra rapprenti un altro personaggio…
(Jarosław Kilian, Portret Funkcja-Forma-Simbol, P.WŃ, Warszawa 1990, pp. 202-204)
"La Signora Rosalba" da ROSALBA CARRIERA, acquforte del 1778, incisa da FRANCESCO BARTOLOZZI, cm 205X154.
(Fondo Corsini, Istituto Calcografico, Roma, 69542 scatola B.4)
Foto dell'acquaforte "La Signora Rosalba" da ROSALBA CARRIERA, incisa da F. BARTOLOZZI, del 1778.
(Francesco Bartolozzi Incisore delle Grazie, pag. 138)
Ebbe come amico CHRISTIAN COLE il quale le procurò molti committenti inglesi.
(Andrew Wilton e Ilaria Bignamini, Grand Tour. Il Fascino dell’Italia del XVIII Secolo, Skira, Milano 1997, p. 30)
ROSALBA CARRERA il 14 gennaio del 1720 è nominata membro dell'Accademia Clementina di Bologna
(Accademia Clementina - Atti e Memorie 38-39, Bologna 1998-1999)
ANGELA CARRIERA, sorella di ROSALBA CARRIERA, ha sposato nel 1704 il pittore GIAN ANTONIO PELLEGRINI. Nel 1741 ANGELA restò vedova così andò a vivere con ROSALBA.
(Ann Sutherland Harris e Linda Nochlin, Le Grandi Pittrici 1550 - 1950, Feltrinelli, Milano 1979, p. 163)
GIOVANNA CARRIERA, sorella di ROSALBA CARRIERA.
ROSALBA, alla morte di GIOVANNA, cadde in una crisi depressiva che le impedì di lavorare per mesi.
(Ann Sutherland Harris e Linda Nochlin, Le Grandi Pittrici 1550 - 1950, Feltrinelli, Milano 1979, p.162)
ROSALBA CARRIERA (1676 - 1758)
Ce concert que CROZAT donna pour faire valoir le talent de ROSALBA su le violon fut une solennité musicale à la quelle le Ré gent ne manqua pas d'assister avec LAW, puis le ComteDE CAYLUS, Monsieur e Madame DE JULIENNE, WATTEAU, MARIETTE, L'Abbé DE MAROULLE et HÉNIN
(A. Sensier, Journal de Rosalba Carriera, Parigi 1865, p. 194)
(La Rassegna Musicale, Roma 1940-41-42, p. 157)
ROSALBA CARRIERA (Venezia 1675 – 1757), delicata pittrice mondana, specialista della tecnica del pastello, soffice come una cipria colorata
(Argan, Storia dell’Arte Italiana)
“Elogio al Re STANISLAO AUGUSTO” Complimenti al Re per il suo amore che dimostra avere per il suo popolo.
“Ritratto di Dama” olio su tela cm. 57x47
(Accademia di Venezia)
“Flora” di ROSALBA CARRIERA
(Opere presso la Collezione di Stanislao Poniatowski nel XVIII secolo)
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HART HAMILTON Emma o LYONS Amy (Cheshire 1765 - Calais 1815), inglese. Letterata
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EMMA HART, figlia d'un fabbro, nasce in un paesino dello Cheshire nel 1765. Lavora nel Themple of Healt, ovvero nel Tempio della Salute, per alcuni anni. Assume poi il nome di AMY LYONS. Ha molti amanti. Finchè nel 1786, a 23 anni, non si trasferisce a Napoli. Qui diviene l'amante del giovane nipote di Sir WILLIAM HAMILTON, CHARLES GREVILLE. Finisce che poi invece sposa nel 1791, come seconda moglie, Sir WILLIAM HAMILTON Ministro Britannico a Napoli. In un ambiente tutto nero, dentro la loro villa di Posillipo, con una cornice dorata, EMMA, come in un quadro, spesso si esibisce per suo marito, in atteggiamenti seducenti, con acconciature e abiti greci o romani, mentre egli la osserva tenendo in mano un lume acceso, scorgendo in lei la bellezza delle statue antiche, dei bei profili raffigurati sulle antiche monete. Il pittore HUGH DOUGLAS HAMILTON la ritrae in "Lady EMMA HAMILTON nel Ruolo delle tre Muse" e ANGELICA KAUFFMANN in "Lady HAMILTON come Talia". Sia lei che suo marito imparano presto a parlare il dialetto napoletano e così correttamente che il re FERDINANDO IV e la regina li chiamano "paesani nostri". EMMA crea diversi salotti che diventano subito famosi in tutta Europa. Muore a Calais nel 1815. Dopo la sua morte, nel 1827, GIOVANNI PAOLO LORENZI SORDOMUTO realizza un'acquaforte dal quadro "Lady HAMILTON come Talia"di ANGELICA KAUFFMANN.
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Biografia di EMMA HART ovvero AMY LYONS.
(Benedetto Croce, Aneddoti e Profili Settecenteschi, Milano Palermo Napoli 1914)
EMMA LYON HAMILTON, morta a Calais nel 1815.
(Yvonne Carbonaro, Le Donne di Napoli, T. E. Newton, Roma 1997)
EMMA HART nel 1791 diventa la seconda moglie di Sir WILLIAM HAMILTON.
(Andrew Wilton e Ilata Bignamini, Grand Tour. Il Fascino dell'Italia del XVIII Secolo, Skira, Milano 1997, p. 29)
"Lady EMMA HAMILTON nel ruolo delle tre Muse", olio su tela cm. 36,6X44,6, del 1789-90 ca. di HUGH DOUGLAS HAMILTON (1740-1808)
(Hamilton Collection, Lennoxlove House, Haddington, Scozia)
Foto del quadro "Lady EMMA HAMILTON nel ruolo delle tre Muse", del 1789-90, di HUGH HAMILTON.
(Andrew Wilton e Ilaria Bignamini, Grand Tour. Il Fascino dell’Italia del XVIII Secolo, Skira, Milano 1997, p. 66)
EMMA HART (1765-1815), moglie di Sir WILLIAM HAMILTON (1730-1803) Ministro Britannico a Napoli, era famosa in tutta Europa per i suoi salotti.
(Andrew Wilton e Ilaria Bignamini, Grand Tour. Il Fascino dell’Italia del XVIII Secolo, Skira, Milano 1997, p. 66)
EMMA HART, illustre viaggiatrice inglese, ritratta da ANGELICA KAUFFMANN
(Angelica Kauffmann e Roma, De Luca, Roma 1998, p. LIV)
Ritratto di EMMA HAMILTON, del 1791, di ANGELICA KAUFFMANN
(Collezione Privata)
"Ritratto di "Lady HAMILTON come Talia", acquaforte del 1827, cm.22,3X19, di GIOVANNI PAOLO LORENZI SORDOMUTO, da ANGELICA KAUFFMANN.
(Istituto Nazionale di Grafica, Roma, Fondo Corsini 69581, vol 44H 16)
Foto dell'acquaforte di GIOVANNI PAOLO LORENZI tratta da un quadro di ANGELICA KAUFFMANN dal titolo "Ritratto di Lady HAMILTON come Talia", del 1827
(Angelica Kauffmann e Roma, De Luca, Roma 1998, p. 144 n. 22)
Tanto Sir WILLIAM HAMILTON che sua moglie EMMA parlavano correttamente il dialetto napoletano, tanto che il re FERDINANDO IV e la regina li chiamavano "paesani nostri".
(Carlo Knight, Sir William Hamilton, da Campania Stagioni 1980:2)
Prima di sposare Sir HAMILTON, EMMA era stata l'amante del giovane nipote di Sir WILLIAM HAMILTON, CHARLES GREVILLE.
Nata nel 1763 in un paesino del Cheshire, figlia d'un fabbro, lavorò nel Themple of Healt (nel Tempio della Salute) per alcuni anni
Ebbe molti amanti. Finchè nel 1786, a 23 anni, non si trasferì a Napoli. Nel 1791 sposò Sir HAMILTON. In un ambiente tutto nero, con una cornice dorata, EMMA si esibiva per lui, in atteggiamenti seducenti, con acconciature e abiti greci, romani …, mentre egli la osservava tenendo in mano un lume acceso, scorgendo in lei la bellezza delle statue antiche, dei bei profili raffigurati sulle antiche monete…
(Carlo Knight, Sir William Hamilton, da Campania Stagioni 1980:2)
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MANZONI GIUSTI, Francesca (Barsio di Valsassina 1710 - Cereda 1770), italiana. Letterata. Poetessa. In Arcadia FENICIA.
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FRANCESCA MANZONI, poetessa, nasce a Barsio di Valsassina nel 1710. Sposa il letterato LUIGI GIUSTI. Entra in Arcadia col nome FENICIA. Traduce 5 libri delle tristezze di P. OVIDIO NASONE che pubblica a Milano presso il R. D. Palazzo nel 1745. È anche l'autrice dei "Drammi per Musica" e della tragedia "Ester". Scrive lettere al poeta milanese ANTONIO TANZI. In queste lettere dichiara di essere disposta a scrivere su commissione per i librai e a tradurre i poeti classici latini da pubblicare a Milano. E parla dei suoi versi. Muore a Cereda nel 1770 e viene sepolta a nella Chiesa di San Giovanni alla Castagna.
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FRANCESCA MANZONI, poetessa, sposa il letterato GIUSTI di Milano
(Dei Ritratti dei Pittori, Musei Fiorentini, Vol. VII, Tomo III, p. 35)
Biografia di FRANCESCA MANZONI GIUSTI (Barsio 1710 - Cereda 1743)
(Emilio De Tipaldo, Biografia degli Italiani Illustri nelle Scienze, Lettere e Arti del XVIII Secolo, Tipografia Alvisopoli, e poi Cecchini, Venezia 1834-45, vol. 2, p.223)
FRANCESCA MANZONI GIUSTI, in Arcadia FENICIA, ha tradotto 5 libri delle tristezze di P. OVIDIO NASONE, Milano, nel R. D. Palazzo, 1745, in 4°.
(Dizionario di Opere Anonime e Pseudonime, Pirola, Milano 1848, tomo I, p. 321)
FRANCESCA MANZONI (Barsio di Valsassina 1710 - Cereda 1770). Poetessa, autrice di drammi per musica e della tragedia "Ester". Sposò LUIGI GIUSTI, letterato veneziano. Scrisse lettere al poeta ANTONIO TANZI (Milano 1710 - 1762) di cui GIUSEPPE PARINI scrisse la vita. In queste lettere dichiara di essere disposta a scrivere su commissione per i librai e a tradurre i poeti classici latini da pubblicare a Milano. E parla dei suoi versi. Fu sepolta a Cereda, nella Chiesa di San Giovanni alla Castagna.
(I Secoli della Letteratura Italiana, Pomba, Torino 1854)
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MARATTA (o MARATTI) ZAPPI Faustina (Roma 1679 - .... 1745), italiana. Poetessa. Arcade col nome di AGLAURO CIDONIA.
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FAUSTINA MARATTA o MARATTI, poetessa, nasce a Roma nel 1679. Figlia del pittore CARLO MARATTA, dopo essere sfuggita al rapimento da parte del Duca GIANGIORGIO SFORZA CESARINI, sposa nel 1705 l'avvocato di Imola GIAMBATTISTA FELICE ZAPPI, anche poeta dell'Arcadia col nome TIRSI LEUCASIO. Ha un figlio. Per quindici anni vive serena e felice con suo marito, ma poi vengono mesi d'angoscia a causa d'un processo intentato da un figlio bastardo del Duca SFORZA CESARINI che pretende d'esere suo figlio. Scrive molti versi e nelle sue poesie celebra Cornelia, Porzia e Lucrezia. Entra a far parte dell'Accademia dell'Arcadia col nme AGLAURO CIDONIA. Crea a Roma un importante salotto con ospiti come CRESCIMBENI, GUIDI, MARTELLO, MANFREDI, ALESSANDRO e DOMENICO SCARLATTI, CORELLI, HAENDEL Scrive le poesie "Se mai gli Anni in un Col Corso Andranno", "Donna che Tanto al Mio Bel sol Piacesti", "Gioia pel Suo Matrimonio", "Al Figliolo RINALDO Ammalato" e "Cadder in Preda di Morte e in Pena Ria". Il poeta PAOLO ROLLI le dedica i versi: A FAUSTINA MARATTI ZAPPI, AGLAURO CIDONIA, moglie di G. B. FELICE ZAPPI", "Al Figliuolo di FAUSTINA MARATTI ZAPPI" e "A FAUSTINA MARATTI ZAPPI nell'Ottobre del 1744". Continua ancora il processo a suo carico. Quando riesce a dimostrare la sua estraneità ai fatti che le vengono imputati, si spegne nel 1745
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FAUSTINA MARATTA, figlia del pittore CARLO MARATTA (1625 - 1713) e sposa di FELICE ZAPPI, autore di ‘Smascolinati sonettini/pargoletti piccinini/mollemente femminini/tutti pieni di amorini’ per dirla alla maniera del GIUSEPPE BARETTI (1719-1789) aveva creato a Roma un importante salotto con ospiti come CRESCIMBENI, GUIDI, MARTELLO, MANFREDI, ALESSANDRO e DOMENICO SCARLATTI, CORELLI, HAENDEL
(Paolo Lemme,Il Salotto di Cultura a Roma tra 700 e 800, Roma Ieri Oggi Domani, nr. 70, anno VII, Periodici Locali Newton, 1994)
FAUSTINA ZAPPI, poetessa, arcade, moglie di GIAN BATTISTA FELICE ZAPPI (Imola 1667-1719), poeta arcade.
(Nuovissima Enciclopedia Illustrata, Istituto Editoriale di cultura, Roma 1945)
FAUSTINA MARATTI ZAPPI, col nome arcade AGLAURO CIDONIA
(Catalogo, Biblioteca Angelica, Roma)
FAUSTINA MARATTI ZAPPI nelle sue poesie celebra Cornelia , Porzia, Lucrezia ecc.
(Allegra Alacevich, Una Cheraschese Illustre, Cherasco 2001, p. 30)
FAUSTINA MARATTI, figlia del pittore CARLO MARATTI, sposa GIAMBATTISTA ZAPPI di Imola.
(De Sanctis, Storia della Lettratura Italiana, Einaudi)
(Cecco-Sapegno, Storia della Letteratura Italiana, Garzanti)
(P. Giudici, Storia D'Italia, Nerbini)
FAUSTINA MARATTI ZAPPI (m. 1745) ha scritto le poesie "Se mai gli Anni in un Col Corso Andranno", "Donna che Tanto al Mio Bel sol Piacesti", "Gioia pel Suo Matrimonio", "Al Figliolo RINALDO Ammalato" e "Cadder in Preda di Morte e in Pena Ria"
(C. Muscetta e M. R. Massei, Poesia del Settecento, Einaudi, Torino 1967, vol I, pp. 435-439)
FAUSTINA MARATTI ZAPPI dopo essere sfuggita al rapimento da parte del Duca GIANGIORGIO SFORZA CESARINI, sposò nel 1705 l'avvocato GIAMBATTISTA FELICE ZAPPI. Divenne accademica dell'Arcadia col nome di AGLAURO CIDONIA. Per quindici anni visse serena e felice con suo marito, ma poi vennero mesi d'angoscia a causa d'un processo intentato da un figlio bastardo del Duca SFORZA CESARINI che pretendeva d'esere suo figlio. Dopo essere riuscita a dimostrare la sua estraneità, si spense nel 1745.
(C. Muscetta e M. R. Massei, Poesia del Settecento, Einaudi, Torino 1967, vol I, p. 434)
Nasce a Roma. È figlia di CARLO MARATTI o MARATTA, pittore romano. Sposa GIOVANNI BATTISTA FELICE ZAPPI (Imola 1667 - 8/1719), poeta.
(I Secoli della Letteratura Italiana, Pomba, Torino 1854)
FAUSTINA MARATTI sposa il letterato ZAPPI di Imola
(Dei Ritratti dei Pittori, Musei Fiorentini, Vol. VII, Tomo III, p. 35)
"A FAUSTINA MARATTI ZAPPI, AGLAURO CIDONIA, moglie di G. B. FELICE ZAPPI (TIRSI LEUCASIO)"
(Paolo Rolli, Liriche, UTET, Torino 1926, p. 205)
"Al Figliuolo di FAUSTINA MARATTI ZAPPI"
(Paolo Rolli, Liriche, UTET, Torino 1926, p. 208)
"A FAUSTINA MARATTI ZAPPI nell'Ottobre del 1744"
(Paolo Rolli, Liriche, UTET, Torino 1926, p. 279)
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PAOLINI MASSIMI Petronilla (Tagliacozzo 1663 - Roma 1726), italiana. Poetessa, arcade col nome di FIDALMA PARTENIDE.
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PETRONILLA PAOLINI, poetessa, nasce a Tagliacozzo nel 1663. Da ragazza viene rinchiusa nel Convento dello Spirito Santo. PETRONILLA PAOLINI MASSIMI è autrice del componimento "Sdegna Clorinda ai Femminili Uffici" e canta Amalasunta Regina degli Ostrogoti. Pubblica il poemetto "Spieghi le Chiome Irate" e la poesia e "Quando dall'Urne Oscure". In Arcadia assume il nome di FIDALMA PARTENIDE. A causa di contrasti col vecchio marito, il Marchese FRANCESCO MASSIMI, impostole da Papa CLEMENTE X, è costretta a ritonare a vivere nel Convento dello Spirito Santo. La morte del figlioletto le rammenta la morte del padre ucciso, la cui ricca eredità le aveva procurato solo problemi. Non scrive rime anacreonti che, ma canzoni autobiografiche. Compone due melodrammi e pubblica i suoi "Versi" nelle Rime degli arcadi a Roma dal 1716. Muore a Roma nel 1726.
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PETRONILLA PAOLINI MASSIMI nome arcadico FIDALMA PARTENIDE
(A. M. GiorgettiVichi, Onomasticon - Gli Arcadi dal 1690 al 1800, Roma 1977)
Biografia di PETRONILLA PAOLINI MASSIMI.
(Ileana Tozzi, Petronilla Paolini Massimi, Nova Italica)
Tra le donne arcadi si distinse una poetessa romana, PETRONILLA PAOLINI MASSIMI, la quale con i suoi toni eroici e sofferti, si distaccò dalla leziosità della maggior parte dei suoi contemporanei.
(Laura Marino, Donne di Roma, Newton Compton, Roma 1995, pag. 57)
E' una delle poche scrittrici dell'Illuminismo in Italia a denunciare nelle sue opere la condizione delle donne. Le scrittrici francesi e inglesi sono molto più numerose di quelle italiane.
(Narratrici Italiane, Luciana Tufani Editrice, 2001)
PETRONILLA PAOLINI MASSIMI, autrice del componimento "Sdegna Clorinda ai Femminili Uffici", canta AMALASUNTA Regina degli Ostrogoti.
(Allegra Alacevich, Una Cheraschese Illustre, Cherasco 2001, p. 30)
PETRONILLA PAOLINI MASSIMI (Tagliacozzo 1663 - Roma 1726) ha scritto le poesie "Spieghi le Chiome Irate" e "Quando dall'Urne Oscure"
(C. Muscetta e M. R. Massei, Poesia del Settecento, Einaudi, Torino 1967, vol I)
"Spieghi le Chiome Irate", poemetto di PETRONILLA PAOLINI MASSIMI
A causa di contrasti col vecchio marito, il Marchese FRANCESCO MASSIMI, ilpostole da Papa CLEMENTE X, è costretta a ritonare a vivere nel Convento dello Spirito Santo. La morte del figlioletto le rammenta la morte del padre ucciso, la cui ricca eredità le aveva procurato solo problemi. Non scrive rime anacreonti che, ma canzoni autobiografiche. Compone due melodrammi e pubblica i suoi "Versi" nelle Rime degli arcadi a Roma dal 1716.
(C. Muscetta e M. R. Massei, Poesia del Settecento, Einaudi, Torino 1967, vol I, pp. 407-420)
"Spieghi le Chiome Irate", poemetto di PETRONILLA PAOLINI MASSIMI.
(C. Muscetta e M. R. Massei, Poesia del Settecento, Einaudi, Torino 1967, vol I, pp. 407-420)
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TEOTOCCHI ALBRIZZI Isabella (Corfù 1763 - Venezia 1836), italiana. Letterata.
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ISABELLA TEOTOCCHI, letterata, scrittrice, nasce a Corfù nel 1760. Apre un salotto letterario a Venezia. Diviene amica di IPPOLITO PINDEMONTE e di UGO FOSCOLO. Nel 1796 sposa GIUSEPPE ALBRIZZI. Nel 1808 scrive un'opera letteraria dal titolo "Ritratti". EMILIO DE TIPALDO la menziona nella sua Biografia degli Italiani Illustri, pubblicata a Venezia da CECCHINI nel 1834 - 1845. Muore a Venezia nel 1836.
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Biografia di ISABELLA TEOTOCCHI ALBRIZZI (nata 1770?)
(Emilio De Tipaldo, Biografia degli Italiani Illustri nelle Scienze, Lettere e Arti del XVIII Secolo, Tipografia Alvisopoli, e poi Cecchini, Venezia 1834-45, vol. 3, p. 326)
ISABELLA TEOTOCCHI ALBRIZZI, scrittrice.
(Emilio De Tipaldo, Biografia degli Italiani Illustri nelle Scienze, Lettere e Arti del XVIII Secolo, Tipografia Alvisopoli, e poi Cecchini, Venezia 1834-45, vol. 2, p. 359)
ISABELLA TEOTOCHI (Venezia 1763 - 1836), letterata, moglie di GIUSEPPE ALBRIZZI dal 1796, era amica di I. PINDIMONTE e di U. FOSCOLO.
Scrisse "Ritratti" del 1808.
(Dal Muratori al Cesarotti Critici e Storici, Riccardi, Milano 1960, pp. 528 e 536)
ISABELLA TEOTOCHI ALBRIZZI (Corfù 1760 - Venezia 1836). Letterata.
(Italian Women Writers, University of Chicago Library, 2001)
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VALLAYER COSTER Anna Dorotea (…. 1744 - …. 1818), francese. Pittrice. Membro dell'Academie Royale des Beaux Arts.
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ANNA DOROTEA, pittrice, nasce nel 1744. Dipinge "Nature Morte". Nel 1754 entra a far parte dell'Academie Royale des Beaux Arts di Parigi. Fa un "Autoritratto". Muore nel 1818.
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ANNA DOROTEA VALLAYER COSTER
(Laurenti, Input 48 Arte, 2001)
ANNE VALLAYER COSTER, pittrice di nature morte, entrò all'Academie Royale des Beaux Arts nel 1754.
(VLB, 2001)
Biografia e bibliografia di ANNE VALLAYER COSTER
(Ann Sutherland Harris e Linda Nochlin, Le Grandi Pittrici 1550 - 1950, Feltrinelli, Milano 1979)
Foto della stampa dell'autoritratto di ANNA VALLAYER COSTER, del 1770
(Marius Vachon, La femme dans l'Art, Rouam, paris 1893, p. 529)
ANNE VALLAYER COSTER (1744 - 1818) è accettata all'Académie Royale nel 1770
(Kristin Olsen, Chronology of Women History, Greenwood Press, London 1994, p. 91)
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VIEGAL GARRICK Eva Maria (Vienna 1724 - Londra 1823), austriaca. Ballerina. Detta VIOLETTE.
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EVA MARIA VIEGAL, ballerina, nasce a Vienna nel 1724. Studia danza. Viene chiamata con l'appellativo di VIOLETTE. Nel 1746 si trasferisce a Londra. Il 26 giugno 1749, dopo una relazione con PEG WOFFNGTON, sposa l'attore inglese DAVID GARRICK. Ha un matrimonio felicissimo. REYNOLDS la ritrae assieme a suo marito in un quadro del 1773. Rimane vedova a 55 anni. Vive 99 anni e muore a Londra nel 1823.
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DAVID GARRICK, dopo una relazione con PEG WOFFNGTON, il 22/6/1749 sposò EVA MARIA VIEGAL detta VIOLETTE, una ballerina viennese che si era trasferita a Londra. tre anni prima e si trovava sotto la protezione di Lady BURLINGTON. Il loro matrimonio fu felicissimo. EVA MARIA VIEGAL sopravvisse a DAVID GARRICK ben 44 anni, dal momento che morì a 99 anni, nel 1823.
(Silvio D'Amico, Enciclopedia dello Spettacolo, UNEDI, Roma 1954)
"EVA MARIA GARRICK (1724 - 1822) e suo marito DAVID GARRICK (1717 - 1779)", quadro di J. REYNOLDS, del 1773, olio su tela 140,3x169,9 cm.
(National Portrait Gallery, Londra)
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WALDSTEIN DI SANTA CRUZ Marianna (Vienna 30/5/1763 - Fano 21/6/1808), italiana. Pittrice. Miniaturista. Copista.
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MARIANNA DI WALDESTEIN, pittrice austriaca, nasce a Vienna il 30 maggio 1763 da una famiglia di Conti.. Sposa nel 1781 il Marchese DI SANTA CRUZ. Esegue molte pitture. L'8 settembre del 1803 entra a far parte dell'Accademia di San Luca di Roma. Copia "l'Amor Divino" di Tiziano, "La Giuditta" di Garofalo e "Raffaello e il suo Maestro di Scherma" di Raffaello Sanzio. Nel 1807 ANGELICA KAUFFMANN dipinge un suo ritratto ad olio su tela per l'Accademia di San Luca. Nel 1808 a Roma si tiene un'esposizione particolare delle sue opere. Ha un grande successo di critica. Si fa ritrarre dal pittore ANDREA APPIANI in un quadro ad olio su tela e il 28 gennaio dell'anno 1804 invia il quadro all'Accademia di San Luca a Roma. Fa un viaggio a Parigi. Muore a Fano il 21 giugno del 1808 o 1809.
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Biografia e Autoritratto di MARIANNA DI WALDESTEIN Marchesa DI SANTA CRUZ (Vienna 30/5/1763 - Fano 21/6/1808)
(Bice Viallet, Gli Autoritratti Femminili delle RR Gallerie degli Uffizi in Firenze, Alfieri & Lacroix, Roma s.d. 1923)
"MARIANNA Contessa DI WALDSTEIN e Marchesa DI SANTA CRUZ, sposata nel 1781. Dall'Arch. Acc. Sv. S. Luca Roma, 28/1804 ella scrive durante il viaggio per Parigi: Io mando ad esso (al Presidente) per l'Accademia il mio ritratto, che ho fatto dipingere dal Sig. APPIANI, a cioché fosse opera meritevole e degna di essere presentata a sì illustre Ceto a segno della mia stima. Rincresceme pure non mandare insieme qualche pittura da me fatta per soddisfare pienamente il mio dovere…
(Collezione Ritratti dell'Accademia di S. Luca, ANSL, Roma 1979, pag 58)
Foto del "Ritratto di MARIANNA DI WALDSTEIN", di ANDREA APPIANI, olio su tela cm. 67x50.
(Giovanni Incisa della Rocchetta, Collezione Ritratti dell'Accademia di S.Luca, A.ccademia Nazionale di San Luca, Roma 1979, pag 193)
MARIANNA WALDSTEIN SANTA CRUZ (Vienna 1763 - Fano 1808)
"MARIANNA Contessa DI WALDSTEIN Marchesa DI SANTA CRUZ" olio su tela cm. 66x47, del 1807, di ANGELICA KAUFFMANN
(Accademia Nazionale di San Luca, Roma)
(Angelica Kauffmann e Roma, De Luca,Roma 1998, p. 77, Cat., n.° 96)
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WALPURGIS (WALPURGA) DI SASSONIA DI BORBONE DI PARMA DI SPAGNA Maria Amalia (Dresda 24/11/1724 - Madrid 27/9/1760). Tedesca. Letterata.
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MARIA AMALIA WALPURGA DI SASSONIA, letterata tedesca., nasce a Dresda il 24 novembre 1724. Viene educata nelle lettere e nell'arte. Duchessa DI PARMA, il 19 aprile dell'anno 1738 sposa a Gaeta CARLO III DI BORBONE Re di Napoli otto anni più giovane di lei., diventando così Regina di Spagna. Fonda la manifattura di poecellana di Capodimonte. Muore a Madrid appena trentaseenne il 27 settembre 1760.
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MARIA AMALIA WALPURGA DI SASSONIA, sposa a Gaeta il 19/4/1738 CARLO III DI BORBONE (1716-1788), Re di Spagna
(Dizionario Enciclopedico Melzi, A. Vallardi, Garzanti 1994)
MARIA AMALIA WALPURGA DI SASSONIA, nata nel 1724, sposò nel 1738 CARLO III DI BORBONE Re di Napoli. Creò la manifattura di porcellana di Capodimonte nel 1743. Qui venne prodotto il famoso "Salottino" di porcellana.
(Yvonne Carbonaro, Le Donne di Napoli, T. E. Newton, Roma 1997)
MARIA AMALIA DI SPAGNA Duchessa DI PARMA
(Fabia Borroni Salvadori, G. Bencivenni Pelli al Tempo della Galleria, Rassegna Storica Toscana, Firenze 1983)
MARIA AMALIA DI SASSONIA (…. 1724 - Napoli 26/9/1760), Regina di Napoli, aveva una carrozza dipinta dal SOLIMENA.
(Alessandro Coletti, Il Principe di Sansevero, De Agostini, Novara 1988, p. 83)
M. AMALIA soggiornò per un anno a Madrid e poi si ammalò di polmoni in seguito ad una caduta di cavallo e morì il 26/9/1760 a soli 36 anni.
(Alessandro Coletti, Il Principe di Sansevero, De Agostini, Novara 1988, p. 224)
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WARREN POTT Emilia (…. …. - …. 1788), britannica. Modella. Detta EMILY POTT.
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EMILY WARREN, modella, nasce in Gran Bretagna. A Londra fa la modella per il pittore J. REYNOLDS, ma posa anche per altri pittori, come NATHANIEL DANCE, GEORGE ROMNEY e il miniaturista CHARLES SHERIFF (o SHIRREF). Incontra ROBERT POTT e nasce un grande amore, tanto che tutti la chiamano Mrs. POTT. Nel gennaio del 1781 posa per il quadro di REYNOLDS dal titolo"Thais". Nel marzo dello stesso anno, insieme a ROBERT POTT, emigra in India . Nel 1788 è a Londra per posare da REYNOLDS il 4 settembre. Tornata in India muore poco dopo.
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Dal 1780 la prostituta EMILY WARREN (conosciuta come EMILY POTT, dopo l'interesse che ha dimostrato per lei ROBERT POTT) viene utilizzata da JOSHUA REYNOLDS come modella in molte circostanze, come in "Thaïs"
(Martin Postle, Sir Joshua Reynolds, Cambridge University Press 1995, p. 44)
"Mrs WARREN Profession", testo teatrale di GEORGE BERNARD SHAW, scritto nel 1893-94
(Enciclopedia dello Spettacolo, UNEDI, Torino 1975)
"Thaïs", del 1781, di JOSHUA REYNOLDS, olio su tela , cm 229,2X144,2 (realizzato con EMILY WARREN come modella)
(National Trust-Waddesdon Manor)
Foto del quadro "Thaïs", di JOSHUA REYNOLDS, del 1781
(Martin Postle, Sir Joshua Reynolds, Cambridge University Press 1995, p. 206)
EMILY WARREN e ROBERT POTT emigrarono in India nel marzo del 1781, done ella morì.
(Martin Postle, Sir Joshua Reynolds, Cambridge University Press 1995, p. 45)
EMILY POTT ha posato per JOSHUA REYNOLDS in "Thaïs", ma anche altri pittori, come NATHANIEL DANCE, GEORGE ROMNEY e il miniaturista CHARLES SHERIFF (o SHIRREF) l'hanno utilizzata come modella.
(Martin Postle, Sir Joshua Reynolds, Cambridge University Press 1995, p. 320)
Miss POTT risulta sul libro degli appuntamenti, Pocket Book, in data 4 settembre 1788.
(Martin Postle, Sir Joshua Reynolds, Cambridge University Press 1995, p. 340)

APPENDICE ARTISTE DEL XVI E XVII SECOLO

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ANGUISSOLA MONCADA LOMELLINI Sofonisba (Cremona 1528 - Palermo 1632). italiana. Pittrice. Miniaturista. Cantante.
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SOFONISBA ANGUISSOLA, pittrice, miniaturista e cantante, nasce a Cremona nel 1528 o nel 1535 da AMILCARE ANGUISSOLA e da BIANCA PONZONI. È bella e di nobili portamenti, soavissima nell'arte del canto.
Studia a Cremona col pittore BERNARDINO CAMPI. Ha sei sorelle: ELENA, LUCIA, MINERVA, EUROPA, ….. che si dedicano tutte alla pittura e un fratello, ASDRUBALE. Si dedica alla pittura e al canto. Dipinge "partita di Scacchi" del 1555, "Ritratto di Famiglia" del 1557/58", Ritratto dell'Infanta Caterina Micaela" del 1585, "Ritratto di Anna d'Austria" del 1570, "Ritratto di Anna d'Austria" del 1570.
Muore a Palermo nel 1620 o nel 1632 per cui potrebbe essere morta all’età di 104 anni.
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Biografia di SOFONISBA ANGUISSOLA (1535 - 1620) (Bice Viallet, Gli Autoritratti Femminili delle RR Gallerie degli Uffizi in Firenze, Alfieri & Lacroix, Roma s.d. 1923); SOFONISBA ANGUISSOLA (1535 - 1620) fu bella e di nobili portamenti, soavissima nell'arte del canto. (Baldinucci, Notizie dei Professori del Disegno, Batelli, p. 53) (La Rassegna Musicale, Roma 1940-41-42, p. 154); "Partita a Scacchi" di Sofonisba Anguissola, del 1555. "Ritratto di Famiglia" di Sofonisba Anguissola, del 1557/58."Ritratto dell'Infanta Caterina Micaela" di Sofonisba Anguissola, del 1585. "Ritratto di Anna d'Austria" di Sofonisba Anguissola, del 1570. (Paolo Mastroianni, Gli Sguardi di Sofonisba Anguissola Riflessi nello Specchio "Multiplo" delle Sorelle, Donnarte, Roma Luglio 2000)
Il ruolo eminente occupato da SOFONISBA ANGUISSOLA (1533 ca.-1625) nell’empireo delle donne-artiste s’inscrive anzitutto nel cerchio luminoso della fortuna arrisa alla sua longeva quanto nomadica carriera professionale, che germogliò all’ombra della natia Cremona per fiorire poi presso la corte spagnola di FILIPPO II fino a ottenere ampia risonanza col definitivo rientro in Italia diramato nei luoghi stanziali di Genova e Palermo. La sua famiglia, strutturata con ben sei sorelle unitamente versatili nell’esplorare i fertili territori della pittura (mentre il solo fratello ASDRUBALE, in controcanto, ignorò tali interessi umanistici). Nel 1555 la Partita a scacchi di Poznań, in cui la giovane Sofonisba rappresenterà le sorelle minori Lucia, Minerva ed Europa, col marginale ritaglio laterale riservato all’anziana servente preposta alla vigile tutela delle ragazze, impegnate in attività ludiche nello spazio aperto di un giardino dominante un lontano panorama paesaggistico d’immagine fiamminga. La lungimiranza del padre AMILCARE concorse a promuovere l’espandersi di quegli efflorescenti talenti filiali, avviando nel ‘46 le discendenti maggiori SOFONISBA ed ELENA (1536 ca.-1586?) ad apprendere le tecniche del dipingere presso il conosciuto pittore locale BERNARDINO CAMPI (soltanto omonimo della famosa dinastia artistica ivi operante) e più tardi rivelando opportuna abilità diplomatica nel magnificare le capacità ritrattistiche della più fortunata primogenita per diffonderle, grazie alla cerchia estesa delle sue influenti relazioni epistolari, in un circuito intellettuale di vasto raggio. Fu la cremonese PARTENIA GALLERATI (1526 ca.-1572), erudita conoscitrice di classici greco-latini e in seguito imparentata proprio con la famiglia ANGUISSOLA, che divulgò con vibrante spirito di autodeterminazione soggettiva un’idea emancipativa delle donne fondata sull’acquisizione del sapere umanistico. Tra le molte donne che condividevano questa idea c'era la regina francese MARGHERITA DI NAVARRA (1492-1549), sorella del re FRANCESCO I e colta personalità con spiccati atteggiamenti anticonformisti devoluti in un intenso esercizio di mecenatismo letterario. Se i riscontri positivi premieranno con solerte disponibilità le fiduciose attese di AMILCARE, alimentandole con richieste di commissioni (peraltro raramente onorate) o tangibili elogi espressi da eminenti personaggi del mondo intellettuale come ANNIBAL CARO, FRANCESCO SALVIATI, GIOVANNI PAOLO LOMAZZO e finanche il misogino GIORGIO VASARI, che durante la stesura delle Vite si recherà nel ’66 in casa ANGUISSOLA per verificare la forza dell’indole inventiva irradiata dalla "virtuosa nobildonna" (frattanto insediata presso la corte spagnola), essi confermeranno vigorosamente la validità d’ingegno ormai riconosciuta alla maturazione di SOFONISBA.
Celebre, seppure a margine, è l’episodio narrato dai biografi a riguardo della giovanissima veneta IIRENE DI SPILIMBERGO (1541-1559), allieva di TIZIANO e poi morta precocemente, che nel vedere un autoritratto anguissoliano inviato a Filippo II rimase così colpita da quell’energia femminile da volerne emulare le formule lessicali. Addirittura la somma autorità di MICHELANGELO intesserà apprezzabili lodi d’incoraggiamento all’indirizzo della giovane cremonese, quando perverrà alla sua disamina il disegno del ‘54 Fanciullo morso da un gambero (talora indicato come Fanciullo morso da un granchio). Lei è certamente consapevole degli studi specificamente condotti da LEONARDO intorno alla rappresentazione estetica degli stati d’animo proprio durante il proficuo soggiorno in quell’area geografica, e poi descritti nel Trattato della pittura, per ricevere ampia divulgazione tramite lo scrittore milanese LOMAZZO. CARAVAGGIO ha la medesima appartenenza regionale, ecco perché dipingerà il "Ragazzo morso dal Ramarro". Sofonisba realizza il rilievo grafico Vecchia che studia l’alfabeto ed è derisa da una bambina, stavolta attingendo a moduli fiamminghi. Poi dipinge il Ritratto di Lucia alla spinetta conservato presso Althorp. Databile al ’63, ma altresì trasposto qualche anno prima, il Ritratto di fanciullo con vecchia serva dell’Ermitage. Altre sue opere sono: la Bambina con nano di Madrid e ancora nel Ritratto di Margherita di Savoia con un nano del tardo ’95. Assorbita con spiccata attitudine dal Campi, suo maestro nel triennio 1546-49 fino alla definitiva partenza di questi per soddisfare un’importante commissione nel capoluogo lombardo, disegna il Ritratto di Lucia Anguissola. Sarà proprio questa disposizione a impressionare il giovane Van Dyck, quando nel tardo 1624 si recherà a Palermo per omaggiare la pittrice ivi residente, ormai novantenne e quasi cieca ma ancora circondata da profondo rispetto, di cui lasciò un curioso schizzo tra le pagine dei propri appunti italiani, che stimolerà le sue fertili doti creative (permettendogli forse generosamente di ottenere qualche preziosa committenza a Genova, grazie alle antiche relazioni intrattenute con la città dei Doria). Segue Ritratto di monaca del ’51, in cui appare l’adolescente Elena che ormai ha tralasciato il dipingere insieme alla sorella per consacrarsi suora presso il convento domenicano di Mantova. Ancora il Ritratto di canonico lateranense, il Ritratto di uomo barbuto, il Ritratto di astronomo domenicano. Bernardino Gatti detto il Sojaro, sarà il suo nuovo maestro. Subì influenze anche da Camillo Boccaccino e da Giulio Campi.
E' del ‘57 il Ritratto di dama (probabilmente identificabile con la madre Bianca Ponzoni Anguissola) a Berlino. La primogenita Anguissola dipinge il coevo Ritratto di famiglia attualmente a Nivaa, con il padre seduto, con accanto il fratellino Asdrubale affiancato dal cagnolino domestico e la sorella Minerva in piedi dal lato opposto. Seguono: l’Autoritratto del ’54 conservato a Vienna, il cammeo con un coevo Autoritratto in miniatura ora a Boston e l'altro Autoritratto del ‘59 custodito a Firenze. La pittrice cremonese assimila l'arte di Giulio Clovio durante la permanenza dell’anziano croato presso le corti dei Farnese nelle contigue Parma e Piacenza, con le quali il padre Amilcare manteneva intensi contatti. Testimonianza dei rapporti intercorsi con l’artista balcanico, al solito mediati dall’instancabile genitore, documenta il Ritratto di Giulio Clovio, realizzato nell’arco temporale 1556-57 relativo al loro presumibile quanto produttivo loro incontro. Lavinia Teerlinks (1520 ca.-1576) è un'altra pittrice che il Clovio introduce alle sue conoscenze creative. Altra sua opera del ‘59 è Bernardino Campi ritrae Sofonisba in cui con un curioso rimando di immagini, quella sua e quella del suo antico maestro, sostiene un'ingegnosa impresa figurativa in cui l’anziano pittore soggiace al gioco ambiguo degli "specchi riflessi" tra chi ritratta e chi è ritrattato. Segue nel ‘56 la duplice esecuzione dell’Autoritratto al cavalletto di Łańcut e Stirling, in cui Sofonisba, sulla scorta di un precedente modello iconografico ispirato all’omonimo soggetto della fiamminga Caterina van Hemessen (1528-1588?) ospitato a Basilea, compare col pennello appena sollevato dal quadro nell’intento di terminare un’opera devozionale con Madonna e Bambino. Segue l’Autoritratto alla spinetta, di Napoli. Le sorelle Anguissola, e ad eccezione di pochissimi casi anche la stessa Sofonisba nel corso dell’intera carriera professionale, non si dedicarono alla pittura per esigenze di mestiere, ovvero alfine di ottenere contropartite pecuniarie (nonostante gli investimenti poco accorti del padre rendessero spesso motivata la tempestiva disponibilità di consistenti entrate finanziarie), ma trattennero in casa le loro opere oppure le donarono a beneficio di amici, conoscenti o personalità di rilievo. Tale generosità s’inscriveva in un’accurata regia organizzata dalla tutela paterna per coagulare potenziali aspettative intorno alle nobili fanciulle, sorretta da una fitta rete di contatti intessuta innanzitutto con le circostanti corti italiane di Milano, Mantova, Ferrara, Parma e Piacenza (senza ovviamente trascurare il fulcro della Roma papale), gravitanti intorno al circuito dominante della Spagna e dunque preziose nel rilasciare utili attestati di stima nei confronti delle figlie, per sperare così di introdurle entro ambiti di offerte favorevoli ad accrescere il prestigio della casata anguissoliana. Il "dialogo" artistico germinato tra le sorelle coinvolse soprattutto il settore privilegiato della ritrattistica, innescando una serie problematica di attribuzioni che provocherà ancora per lungo tempo corpose diatribe intorno all’accertamento d’identità riferibile ai lavori di ognuna. Sofonisba allontanatasi dalla cittadina padana, nel ‘59 si sistema presso i sovrani di Madrid, in occasione del matrimonio tra Filippo II e la quattordicenne francese Isabella di Valois.
In Spagna Sofonisba fa amicizia con la regina-bambina Isabella e con le infanti Caterina Micaela e Isabella Clara Eugenia. Scarsa rimane la documentazione per ricostruire cronologicamente la produzione della pittrice cremonese in terra spagnola, oltretutto parzialmente perduta in un distruttivo incendio divampato nell’Alcazar della capitale. Poi l’incarico di dama al seguito della sovrana (a lungo ingaggiato in proficue lezioni di disegno che assecondavano l’indole creativa dell’illustre allieva) le impediva probabilmente di ricevere o firmare contratti per soddisfare richieste di eventuali committenti: difatti anche qui elargì in regalie i molteplici ritratti realizzati, puntualmente ricambiati con generosi compensi in gioielli e pietre preziose o in ricercate stoffe per confezionare sontuosi abiti di rappresentanza, ma soprattutto consolidando il prestigio di fama e la determinata autonomia presso gli elevati ranghi di corte, fino a ricevere da Filippo II la dote per accedere alle nozze del ‘73 con un nobile siciliano di origine iberica, secondo il desiderio da lei espressamente formulato nella volontà di sposare un connazionale, e preparare così il suo tacito quanto accresciuto desiderio di tornare in Italia. La nostalgia della famiglia lontana indusse probabilmente l’artista a eseguire intorno al ’64 il Ritratto di Minerva di Milwaukee. Poi il Ritratto d’Isabella di Valois con miniatura al Prado, terminata intorno al ‘65. Anche Alonso Sanchez Coello e il suo maestro fiammingo Anthonis Mor erano pittori ufficiali della famiglia reale spagnola. Seguono: il perduto Ritratto d’Isabella di Valois (originariamente databile al ‘60) e oggi fruibile grazie alla copia di Rubens depositata a Londra, il Ritratto di Giovanna d’Austria saliente al ’61 e ora a Boston, le due versioni del Ritratto d’Isabella di Valois, il Ritratto di gentiluomo conservato a Milano, il Ritratto di Massimiliano Stampa custodito a Baltimora e dipinto nel ’57 prima dello spostamento in Spagna. il Ritratto di Anna d’Austria del '73 al Prado, il Ritratto di Filippo II al Prado, il coevo Ritratto di Don Carlos, redatto attorno al ’66, il Ritratto di Alessandro Farnese di qualche anno prima, a Dublino. All’ultimo periodo del soggiorno a Madrid appartengono Ritratto di Isabella Clara Eugenia e Ritratto di Caterina Micaela, difatti databili intorno al ’73.
La verve inventiva di Sofonisba saprà ancora escogitare attenzioni opportune verso le discendenti della compianta Isabella, nel corso della sua lunga residenza a Genova, innescata nell’80 dal nuovo matrimonio col nobile capitano della nave che dalla Sicilia, ove visse per cinque anni insieme al precedente marito mantenendo gli antichi legami con la corona iberica, avrebbe dovuto condurla in Toscana per proseguire quindi verso la natia Cremona e riunirsi col fratello, convinta al ritorno in famiglia dopo la repentina vedovanza causata dall’avventurosa morte in mare del coniuge: ma evidentemente l’amore doveva ancora riservarle gratificanti quanto inattese sorprese, sottraendola poi definitivamente dal riassaporare i luoghi dell’infanzia lombarda. Rimase nella città ligure fino al lontano 1615, quando l’attività marinara del consorte produsse la necessità del trasferimento a Palermo, località da lei già ben conosciuta e nella quale trascorse l’ultimo decennio della sua longeva vicenda terrena, dopo il risolversi delle annose pendenze patrimoniali trascinate coi parenti del primo marito per questioni ereditarie. A Genova Anguissola dipinse intorno all’85 il Ritratto dell’infanta Caterina Micaela, duchessa di Savoia del Prado, il Ritratto d’Isabella Clara Eugenia del '99. Ancora il Ritratto di Caterina Micaela, duchessa di Savoia (altrimenti noto come Dama dall’ermellino), adesso a Glasgow. Nella città dei Doria, l’anziana cremonese entrò in contatto col giovane artista Bernardo Castello (che nel ‘64 aveva già realizzato il Ritratto di Sofonisba Anguissola per l’Accademia Nazionale di San Luca in Roma). Dipinge poi la Sacra famiglia di Bergamo, saliente al ’59, la Madonna che allatta il Bambino di Budapest e la Sacra famiglia con Sant’Anna e San Giovannino di Coral Gables, rispettivamente eseguite nell’88 e nel ’92.
(Paolo Mastroianni, Gli Sguardi di Sofonisba Anguissola Riflessi nello Specchio "Multiplo" delle Sorelle, Donnarte, Roma Luglio 2000
Il Ritratto di dama preparato nel 1568-69, è dalla minore Anna Maria (1556 ca.-1611?). Invece Lucia (1538 ca.-1565) viene anche lei lodata da Vasari per il suo Autoritratto milanese del ’57. Dipinge poi: il Ritratto del dottor Pietro Manna, il Ritratto di Europa ora a Brescia e il Ritratto di Minerva conservato a Milano (entrambi redatti, in giocosa competizione con Sofonisba). E ancora il Ritratto di dama dipinto nel ’56 e adesso custodito presso la Galleria Borghese di Roma.
(Paolo Mastroianni, Gli Sguardi di Sofonisba Anguissola Riflessi nello Specchio "Multiplo" delle Sorelle, Donnarte, Roma Luglio 2000
SOFONISBA ANGUISSOLA, figlia di un signorotto di Cremona , fu chiamata nel 1557 alla Corte di Spagna per dipingere ritratti e quadri religiosi. Divenne la preferita di FILIPPO II e in seguito trasferitasi a Genova fu ritrattista di altissimo livello, , richiesta e ricchissima.
(Laurenti, Imput 48, 2001)
Biografia e bibliografia di SOFONISBA ANGUISSOLA (1532 0 1535 - 1625)
(Ann Sutherland Harris e Linda Nochlin, Le Grandi Pittrici 1550 - 1950, Feltrinelli, Milano 1979, pp.104-106)
Biografia e foto autoritratto di SOFONISBA ANGUISSOLA.
(Valeria Moretti, Le più Belle del Reale, Spada, Roma 1983)
855 - "Her Own Portrait Playng on the Harpsicord" (Earl SPENCER)
(Althorp House Catalogue nr. 269 . W . Vol. 3, p. 456, pag. 62)
Informazioni su SOFONISBA ANGUISSOLA
(Simona Bartolena, Arte al Femminile, Electa Mondadori, Milano 2003)
SOFONISBA ANGUISSOLA (Cremona 1528 – Palermo 1632), figlia di AMILCARE ANGUISSOLA e di BIANCA PONZONI. Ha un nuvolo di sorelle, tutte artiste, fra cui: ELENA, MINERVA, LUCIA, EUROPA, ANNA, MARIA ecc. e due fratelli ANNIBALE e ASDRUBALE. Studia con BERNARDINO CAMPI prima e poi con BERNARDINO GATTI. Sposa il nobile siciliano FABRIZIO MONCADA. Resta vedova e sposa ORAZIO LOMELLINI, ossia il capitano della ave che da Palermo la porta a Genova diretta alla sua città natale di Cremona. Nel 1595 diviene cieca in seguito alla vecchiaia. Torna allora a Palermo dove VAN DYCK nel 624 la ritrae con una matita quando lei ha 96 anni. (Questo disegno oggi si trova presso la Collezione del Duca di Devonshire a Chatsworth. Da quel disegno poi il pittore realizzò un quadro ad olio che oggi si trova presso la Collezione di Riccardo Gualino a Roma). Si interessano a lei lo scrittore ANNIBAL CARO e il pittore MICHELANGELO BUONARROTI. Morì a 104 anni. Fu sepolta nella Chiesa di san Giorgio dei Genovesi a Palermo. Sue opere sono: “Ritratto di AMILCARE ANGUISSOLA”, “Ritratto di ASDRUBALE ANGUISSOLA”, “Ritratto di MINERVA ANGUISSOLA” (Sig. I. Haage Nivagaard, in Danimarca) , “Ritratto di ELENA ANGUISSOLA Monaca” (Oggi presso la Collezione Varborough),“Medico” (Oggi presso il Museo del Prado a Madrid), “Partita a Scacchi” del 1560 (oggi presso la Collezione Racziński a Berlino), “Autoritratto (oggi presso la Collezione di Italo Brass a Venezia), “Sacra Familia (Oggi all’Accademia di Carrara), “Sacra Famigli” (Oggi presso la Collezione Cavalieri di Ferrara), “Pietà” (Oggi presso la Pinacoteca di Brera a Milano)
(Il Ritratto Italiano, Istituto D'Arti Grafiche, Bergamo 1927)
SOFONISBA ANGUISSOLA (1532 – 1625)
(Nancy G. Heller, Women Artists, Abbeville Press Publishers, New York, 1997)
“Autoritratto” di SOFONISBA ANGUISSOLA
(Opere presso la Collezione di Stanislao Poniatowski nel XVIII secolo)
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ARAGONA Tullia (Palermo? …. - …. 1556), italiana. Poetessa. Scrittrice. Musicista.
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TULLIA, poetessa, scrittrice e musicista, nasce a Palermo? E' figlia segreta del Cardinale PIETRO TAGLIAVIA, Arcivescovo di Palermo. Donna avvenente, vive a Roma. Con la sua seduzione scatena grandi passioni. Diviene amica dello scrittore GIROLAMO RAZZI (che la immortala nella sua commedia "Balia"). Scrive poesie e un romanzo in ottave dal titolo "Il Meschino". Muore nel 1556.
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TULLIA D'ARAGONA (morta nel 1556), scrittrice.
(Enciclopedia, Zanichelli, Bologna 1995)
TULLIA D'ARAGONA, poetessa e musicista, è vissuta nel XVI secolo, era la figlia segreta dell'Arcivescovo di Palermo, il Cardinal PIETRO TAGLIAVIA. Donna avvenente, visse a Roma. Con la sua seduzione scatenò grandi passioni.. Fu immortalata da GIROLAMO RAZZI nella sua commedia "Balia". Ha scritto poesie e un romanzo in ottave dal titolo "Il Meschino".
(Della Infinità d'Amore, Giolito, Venezia 1547)
(I Secoli della Letteratura Italiana, Pomba, Torino 1854)
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CACCINI SIGNORINI Francesca (Firenze 18/9/1588 - Lucca 1640), italiana. Musicista. Cantante. Detta la CECCHINA. Poetessa.
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FRANCESCA, musicista e cantante, nasce a Firenze il 18 settembre del 1588. Studia musica e canto. Nel 1606 sposa GIOVAN BATTISTA SIGNORINI cantore e compositore alla Corte dei MEDICI. Muore a Lucca nel 1640.
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Biografia di FRANCESCA CACCINI
(Maria Giovanna Masera, Francesca Caccini, La Rassegna Musicale, Roma 1940-41-42)
FRANCESCA CACCINI (Firenze 18/9/1588 - Lucca 1640?), nel 1606 sposa G.B. SIGNORINI (1573 - 1626), cantore e compositore alla Corte Medicea.
(Enciclopedia dello Spettacolo, Garzanti, Milano 1978)
LUCIA CACCINI, Cantatrice, Musica e Ballerina.
MARGHERITA CACCINI, Cantatrice
SETTIMIA CACCINI GHIVIZZANI (Firenze 1590 - Firenze 1640), Cantatrice. Nel 1609 sposa il Cantore A. GHIVIZZANI della Corte Medicea.
(Enciclopedia dello Spettacolo, Garzanti, Milano 1978)
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FONTANA ZAPPI Lavinia (Bologna 1550 - Roma 1614), italiana. Pittrice.
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LAVINIA, pittrice, nasce a Bologna nel 1550. Figlia del pittore PROSPERO FONTANA, sposa il nobile PAOLO ZAPPI di Imola. Dipinge un "Autoritratto" per l'Accademia di San Luca a Roma. Si trasferisce a Roma e diventa pittrice di Papa GREGORIO XIII. Tra le sue opere: "Portrait of Lady with a lap dog" del 1590, "Ritratto di FLAMINIA GOZZARDINII CACCIANEMICI" del 1633, "La Famiglia del Senatore ULISSE GOZZARDINI" del 1633 [1584], "Una Gentildonna di Casa RUINI", del 1593 [1643] (che è stato sempre considerato il suo autoritratto,)., "Medaglia con Ritratto di L. F.", del 1611, "Minerva Nuda" o "La Toilette di Minerva", quattro affreschi sui due pilastri dell'altare maggiore raffiguranti le SS. Cecilia, Caterina, Agnese e Chiara, presso la Chiesa di Santa Maria della Pace a Roma. Suoi biografi sono C. C. MALVASIA e G. BAGLIONE. Muore a Roma nel 1614.
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LAVINIA FONTANA (1552 - 1614)
"Portrait of Lady with a lap dog" del 1590, oggi al The Walters Art Gallery di Baltimora,
"Medaglia con Ritratto di L. F.", del 1611, oggi al Museo Comunale di Imola
(Nancy G. Heller, Women Artists, Abbeville Press Publishers, New York, 1997)
"Minerva Nuda" o "La Toilette di Minerva", dipinto di LAVINIA FONTANA.
(Galleria Borghese, Roma)
Biografia di LAVINIA FONTANA
(Bice Viallet, Gli Autoritratti Femminili delle RR Gallerie degli Uffizi in Firenze, Alfieri & Lacroix, Roma s.d. 1923)
Biografia e bibliografia di LAVINIA FONTANA (1555-1614)
(Ann Sutherland Harris e Linda Nochlin, Le Grandi Pittrici 1550 - 1950, Feltrinelli, Milano 1979, pp. 109-112)
Informazioni su LAVINIA FONTANA
(A. Bolognini Amorini, Vite dei Pittori ed Artefici Bolognesi, Forini Ristampa, Bologna 1843)
Quattro affreschi sui due pilastri dell'altare maggiore raffiguranti le SS. Cecilia, Caterina, Agnese e Chiara, opere di LAVINIA FONTANA (Bologna 1552-1614)
(Chiesa di Santa Maria della Pace, a Roma)
Biografia e foto Autoritratto di LAVINIA FONTANA
(Valeria Moretti, Le più Belle del Reale, Spada, Roma 1983)
Autoritratto di LAVINIA FONTANA
(Accademia di San Luca, Roma)
LAVINIA FONTANA , nata a Bologna, figlia del pittore PROSPERO FONTANA, sposa il nobile PAOLO ZAPPI di Imola
(A. Bolognini Amorini, Vite dei Pittori ed Artefici Bolognesi, Forni, Bologna 1979)
FLAMINIA GOZZARDINI CACCIANEMICI (morta nel 1627, figlia di NANE GOZZADINI e di GINEVRA MALVEZZI, sposò in seconde nozze ALBERTO CACCIANEMICI. Fu ritratta da LAVINIA FONTANA nel 1633.
(Il Ritratto Italiano, Istituto D'Arti Grafiche, Bergamo 1927)
LAVINIA FONTANA (Bologna 1550 - Roma 1614), figlia e allieva di PROSPERO FONTANA, pittore. Sposa ZAPPI di Imola. A Roma fu pittrice di GREGORIO XIII.
Sue opere: "Ritratto di FLAMINIA GOZZARDINII CACCIANEMICI" del 1633, oggi presso la Collezione del Conte Alvise da Schio a Venezia, ""La Famiglia del Senatore ULISSE GOZZARDINI (1511 - 15/11/1566)" del 1633 (1584), "Una Gentildonna di Casa RUINI", del 1593 (1643) che è stato sempre considerato il suo autoritratto, oggi a Palazzo Pitti in Firenze.
Suoi biografi C. C. MALVASIA e G. BAGLIONE.
(Il Ritratto Italiano, Istituto D'Arti Grafiche, Bergamo 1927)
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FRANCO PANIZZA Veronica (Venezia 1546 - Venezia 22/7/1591), italiana. Poetessa improvvisatrice. Scrittrice.
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VERONICA nasce a Venezia nel 1546 da FRANCESCO FRANCO e PAOLA FRACASSA. Sua madre, cortigiana, la avvia subito alla stessa sua carriera. Ma ella è anche una raffinata poetessa improvvisatrice. Sposa il Dottor PAOLO PANIZZA, ma appena diciottenne si separa da lui. Nel matrimonio e fuori ha sei figli. Nel 1575 scrive "Terze Rime". Ama il Senatore di Venezia MARCO VENIER, ma non può sposarlo per differenza di casta. Nel 1580 subisce un terribile processo da parte dell'Inquisizione, con l'accusa di avere avvinto a sé i propri amanti e di averli sottratti ai rispettivi doveri coniugali e civili, stregandoli con sortilegi e magie. Ma VERONICA si autodifende brillantemente in dialetto veneto con accenti intensi e vibranti, che colpiscono l'uditorio. Infatti il processo si conclude col proscioglimento dall'accusa. Ha una fitta corrispondenza con DOMENICO VENIER, stimato dai più illustri letterati del suo tempo, il quale costituisce nel suo salotto un vero e proprio cenacolo letterario di grande prestigio. In questo salotto VERONICA FRANCO ha l'occasione di conoscere GIORGIO GRANDENIGO, CLELIO MAGNO, BERNARDO TASSO, SPERONE SPERONI. L'epistolario tra lei e VENIER viene pubblicato nel 1580. Trascorre gli ultimi anni della sua vita in penitenza fino alla morte giunta il 22 luglio del 1591.
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VERONICA FRANCO, scrittrice del Rinascimento.
(Enciclopedia, Zanichelli, Bologna 1995)
VERONICA FRANCO (Venezia 1546 - Venezia 1591), poetessa. Fu anche una cortigiana. Nel 1575 scrisse "Terze Rime".
NICCOLO' FRANCO (1515 - 1570), letterato, poeta. Viene fatto impiccare da Papa PIO V, accusato di aver scritto dei versi contro di lui e poi appesi sulla statua di PASQUINO e in una latrina fatta costruire dal Papa a Roma. I versi dicevano: "Pio V avendo compassione/per tutto quel si era sullo stomaco/esser opera nobile questo cacatoio". Nel 1541 ha scritto "Rime" contro PIETRO ARETINO e "Priapea", una serie di epigrammi osceni.
(Dizionario Enciclopedico Melzi, Vallardi, Milano 1994)
VERONICA FRANCO, cortigiana veneziana era una poetessa improvvisatrice. Amò il Senatore MARCO VENIER, ma non poté sposarlo perché egli era un nobile e la famiglia di lui non avrebbe potuto consentirlo per una questione politica. In quel periodo i Turchi stavano combattendo contro Venezia per la conquista di Cipro che significava l'egemonia sul Mediterraneo orientale. Il Doge aveva ottenuto le navi dal Re ENRICO di Francia. Questo era anche il periodo di SOLIMANO IL MAGNIFICO e della sua moglie favorita ROXELANA. L'Inquisizione arrivò anche a Venezia, città corrotta e piena di cortigiane.
(Vedi il film "Padrona del suo Destino")
VERONICA FRANCO, veneziana, nata nel 1545, da FRANCESCO FRANCO e PAOLA FRACASSA, visse appieno la stagione rinascimentale della poesia al femminile, celebrando senza falsi pudori eros e sensualità. Una donna, dunque, alunna di Venere e di Apollo, ispiratrice di forti e irripetibili sensazioni e sentimenti intensi, ma vivace ed attenta, abile e sagace nell'esprimere le proprie emozioni. Fra i dati certi che la riguardano, si tramanda che ella iniziasse la sua professione giovanissima, avviatavi dalla madre, anch'ella cortigiana rinomata e sua maestra d'arte erotica. Sposò il dottor PAOLO PANIZZA, da cui si separò a 18 anni. Fu anche madre, pare, di sei figli. Altre notizie certe riguardano il processo che subì da parte dell'Inquisizione, nel 1580, con l'accusa di avere avvinto a sé i propri amanti e di averli sottratti ai rispettivi doveri coniugali e civili, stregandoli con sortilegi e magie. È documentato che Veronica si autodifese brillantemente in dialetto veneto con accenti intensi e vibranti, che certamente colpirono l'uditorio, infatti ella fu prosciolta dall'accusa. Certamente se oggi è possibile leggere i versi della FRANCO, gran parte del merito spetta a DOMENICO VENIER, stimato dai più illustri letterati del suo tempo, il quale aveva costituito nel suo salotto un vero e proprio cenacolo letterario di grande prestigio. Frequentato tra gli altri, da GIORGIO GRANDENIGO, CLELIO MAGNO, BERNARDO TASSO, SPERONE SPERONI. Tra il VENIER e la FRANCO vi fu una fitta corrispondenza; l'epistolario fu pubblicato nel 1580 e ripubblicato dal CROCE. Nel 1591, il 22 luglio, VERONICA sarebbe morta. Dal 1580, anno della pubblicazione dell'epistolario e del fatidico processo, fino al 1591 non vi sono documenti di una qualche attività, il che parrebbe accreditare l'ipotesi, non veritiera, che gli ultimi anni siano stati trascorsi in penitenza.
(Vittoria Caso, Nota Biografica di Veronica Franco, Venezia 2003)

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GALIZIA Fede (Trento o Milano 1575 - Milano? 1631), italiana. Pittrice.
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FEDE, pittrice nasce a Trento nel 1575.o nel 1578 Suo padre, ANNUNZIO GALIZIA, è un famoso miniatore, per cui ella studia pittura presso la sua bottega. Presto arriva a lavorare presso la corte dell'Imperatore RIDOLFO I. qui le sue oper vengono esposte nelle Sale imperiali. Nel 1596 dipinge una "Giuditta con l'Ancella". Ma FEDE GALIZIA vive principalmente a Milano. G. B. LOMAZZO, scrittore e pittore, in un suo sonetto del 1587, la loda. Importante la sua "Donna con Conocchia", un disegno a penna di mm. 217x114. MANFREDI SETTALA, esperto d'Arte la apprezza tanto che espone nel suo famoso Museo due quadri di lei con su raffigurati uccelli e alcuni ritratti. A Milano poi dipinge pale d'altare, come quella del 1616 nella Chiesa di Santa Maddalena, ritratti e nature morte, come un "Cesto di Pesche" olio su tavola cm. 28x42 oggi al Newhouse Galleries, Inc. di New York . Suo principale committente è PAOLO MORIGIA (1525 - 1604, uno storico e studioso gesuita che le commissiona, tra l'altro, anche un "Rritratto di PAOLO MORIGIA" del 1596 oggi presso la Pinacoteca Ambrosiana a Milano. Muore a Milano ? di peste nel 1630 o nel 1631.
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Biografia e bibliografia di FEDE GALIZIA, pittrice.
(Ann Sutherland Harris e Linda Nochlin, Le Grandi Pittrici 1550 - 1950, Feltrinelli, Milano 1979, pp. 113-115)
FEDE GALIZIA (Trento 1575 - …. 1631), figlia di ANNUNZIO GALIZIA miniatore famoso. Sua figlia, come pittrice, arrivò a dipingere alla Corte dell'Imperatore RIDOLFO II il quale fece esporre le sue opere nelle Sale Imperiali. Visse a Milano dove dipinse pale d'altare, ritratti e nature morte. G. B. LOMAZZO, scrittore e pittore, in un suo sonetto del 1587, la loda. MANFREDI SETTALA, esperto d'Arte la apprezza tanto che espone nel suo famoso Museo due quadri di lei con su raffigurati uccelli e alcuni ritratti.
(Disegni del Codice Bonola del Museo di Varsavia, Neri Pozze, Venezia 1959)
(G. Fogolari, Artisti Trentini a Milano: Nunzio e Fede Galizia, 1898, pp.1-28)
(Ch. Sterling, La Nature Morte, 1951, p. 58)
(Drawings from Lombardy, 1956, n° 45, tav. 45)
FEDE GALIZIA (1578 – 1630)
(Nancy G. Heller, Women Artists, Abbeville Press Publishers, New York, 1997)
FEDE GALIZIA (Milano 1578 – 1630)
“Autoritratto” del 1600-1610, olio su tavola cm. 34x26.
(Depositi Galleria Borghese, Roma)
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GAMBARA DI CORREGGIO Veronica (Pralboino/Brescia 1485 - Correggio 13/6/1550), italiana. Poetessa. Scrittrice.
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VERONICA, poetessa, nasce a Pralboino in provincia di Brescia nel 1485. Dotata di vasta cultura, scrive versi petrarcheschi e riscuote l'ammirazione di PIETRO L'ARETINO, di LUDOVICO ARIOSTO e di PIETRO BEMBO. Sue opere sono: "Rime" e "Lettere". Nel 1509 sposa GILBERTO X Signore DI CORREGGIO, ma nel 1518 rimane vedova per cui prende lei il governo della città e lo fa con molta accortezza. Muore a Correggio il 13 giugno del 1550.
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VERONICA GAMBARA (Pralboino 1485 - Correggio 13/6/1550)
Dotata di vasta cultura, scrive versi petrarcheschi e riscuote l'ammirazione di PIETRO L'ARETINO, di LUDOVICO ARIOSTO e di PIETRO BEMBO. Sue opere sono: "Rime" e "Lettere". Nel 1509 sposa GILBERTO X Signore DI CORREGGIO, ma nel 1518 rimane vedova per cui prende lei il governo della città e lo fa con molta accortezza.
(Enciclopedia, Zanichelli, Bologna 1995)
… tra le quali sono le Rime della Signora VERONICA GAMBARA & di M. PIETRO BARIGNANO ridotte alla vera sincerità loro.
(Girolamo Ruscelli, Rime di Diversi Autori Bresciani, Plinio Pietrasanta, Venezia 1553)
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GARZONI Giovanna (Ascoli 1600 - Roma 1670), italiana. Pittrice di fiori. Miniatrice. Detta MINIATORA FRANCESE.
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GIOVANNA, pittrice, miniatrice, nasce ad Ascoli nel 1600. Si dedica presto alla pittura. Dipinge principalmente "Fiori" e "Nature Morte" a tempera. Lavora con il pittore Padre IPPOLITO GALANTINI. Membro dell'Accademia di San Luca a Roma a cui lascia un "Autoritratto". Nel 1640 va ad abitare in Via Valfonda a Firenze dove viene accolta per lavorare a Corte dal Granduca FERDINANDO II e dove, cominciando ad interessarsi alla miniatura, dipinge la sua prima miniatura, quella della "Famiglia DE' MEDICI". Da quel momento viene chiamata MINIATORA FRANCESE. Nel 1649 copia il "Tondo di RAFFAELLO", le "Vanitas" e gli "Incarnati Impalpabili". Da Firenze si trasferisce a Roma. Viene ritratta dal pittore CARLO MARATTA. Muore a Roma nel 1670.
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Biografia e bibliografia di GIOVANNA GARZONI, pittrice
(Ann Sutherland Harris e Linda Nochlin, Le Grandi Pittrici 1550 - 1950, Feltrinelli, Milano 1979)
GIOVANNA GARZONI, miniatrice dal 1642. Nel 1649 copia il "Tondo di RAFFAELLO", le "Vanitas" e gli "Incarnati Impalpabili". Lavora con il pittore Padre IPPOLITO GALANTINI che nel 1646 le porta un "San Giovanni nel Deserto" e una "Madonna della Seggiola". Lei è detta MINIATORA FRANCESE. Abita a Firenze in via Valfonda.
(Fabia Borroni Salvadoeri, Artisti e Viaggiatori agli Uffizi nel Settecento, Labyrinthos 7/8, Firenze 1987, pp. 21-22)
GIOVANNA GARZONI (Ascoli 1600 - Roma 1670), pittrice di fiori e miniatrice. A Firenze ha fatto una miniatura della Famiglia DE' MEDICI. Dopo essere stata a Firenze si è stabilita a Roma. E' stata ritratta da CARLO MARATTA.
Le sue "Nature Morte", perlopiù eseguite a tempera, furono molto apprezzate. Nel 1640 si stabilì a Firenze dove operò per il Granduca FERDINANDO II e per la sua Corte. Fu Membro dell'Accademia di San Luca a Roma a cui lasciò un "Autoritratto".
(Giorgio Milesi, Calendario con le Nature Morte di Giovanna Garzoni,Ascoli Piceno 1996)
GIOVANNA GARZONI (1600 – 1670)
(Nancy G. Heller, Women Artists, Abbeville Press Publishers, New York, 1997)
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GENTILESCHI Artemisia (Roma 1593 - Napoli 1653), italiana. Pittrice.
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ARTEMISIA, pittrice, nasce a Roma nel 1597. E' figlia del pittore ORAZIO GENTILESCHI. Mentre a tredici anni sta dipingendo all'aperto, s'innamora del pittore perugino AGOSTINO BUONAMICI detto TASSI. Muore a Napoli nel 1653.
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ARTEMISIA GENTILESCHI
(A. Bolognini Amorini, Vite dei Pittori ed Artefici Bolognesi, Forni, Bologna 1979)
(Dei Ritratti dei Pittori, Musei Fiorentini, Vol. VII, Tomo III, p. 35)
ARTEMISIA GENTILESCHI, figlia di ORAZIO GENTILESCHI (Pisa 1563-Londra 7/2/1639), s'nnamora a soli 13 anni, mentre dipinge all'aperto, di AGOSTINO BUONAMICI (Perugia 1566-Roma 1644), detto TASSI, pittore quadraturista.
Film dal titolo "Atemisia, passione estrema", con VALENTINA CERVI nella parte di ARTEMISIA GENTILESCHI, e con MICHEL SERRAULT nella parte di ORAZIO GENTILESCHI. Il testo e la regia sono di AGNÈS MERLET.
(Artemisia Passione Estrema, 3Emme Cinematografica, Film del 1997)
Biografia e bibliografia di ARTEMISIA GENTILESCHI (1593-1652/53), pittrice.
(Ann Sutherland Harris e Linda Nochlin, Le Grandi Pittrici 1550 - 1950, Feltrinelli, Milano 1979, pp. 116-122)
ARTEMISIA GENTILESCHI (Roma 1597 – Napoli 1651)
(Argan, Storia dell’Arte Italiana)
ARTEMISIA GENTILESCHI (1593 – 1653)
(Nancy G. Heller, Women Artists, Abbeville Press Publishers, New York, 1997)
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PALADINI BROOMANS Arcangela (Pisa 1599 - Firenze 18/10/1622), italiana. Poetessa, pittrice, cantante, musicista.
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ARCANGELA PALADINI, pittrice, poetessa, compositrice, musicista, cantante, nasce a Pisa nel 1599, presumibilmente il 16 dicembre, dal pittore
FILIPPO PALADINI di LORENZO. Viene educata a Firenze nel Monastero di Sant'Agata. Si dedica fin da bambina alla pittura, alla poesia, al
ricamo, all'arte degli arazzi, alla musica e al canto. Suo padre muore nel 1608 quando lei aveva solo nove anni. Nel 1610 (?) abbandona la casa
materna perché viene richiesta alla Corte di Firenze da MARIA MADDALENA D'AUSTRIA e da suo marito COSIMO II DE' MEDICI Granduca
di Toscana. Nel 1615, a sedici anni, è già valentissima nell'arte degli arazzi, per cui JACOPO LIGOZZI suo maestro di pittura e di arazzeria, per
conto della Granduchessa, le affida l'incarico di realizzare un arazzo che rappresenti "La Strage degli Innocenti". Nel 1616 sposa il maestro di
disegno, di ricamo e di arazzeria GIOVANNI BROOMANS di Anversa. Così si trasferisce a vivere a Villa delle Scalere nel quartiere di Porta
Romana sempre a Firenze, così chiamata in quanto fatta costruire dal BROOMANS con una enorme scalinata all'ingresso. Il 9 aprile del 1618 canta
per prima volta durante le funzioni della Settimana Santa nella Chiesa di Santa Felicita a Firenze insieme alla sua maestra di canto titolare della
scuola di musica di Palazzo Pitti, la famosissima FRANCESCA CACCINI detta CECCHINA. Il 25 gennaio del 1619 canta in uno spettacolo
musicale durante una festa a Corte organizzata dalla cantatrice FRANCESCA CACCINI con i testi del suo collaboratore, il poeta MICHELANGE-
LO BUONARROTI IL GIOVANE. In occasione della venuta dell'Ambasciatore francese a Firenze, ARCANGELA il 27 marzo canta ancora nella
Chiesa di Corte di Santa Felicita collegata a Palazzo Pitti da un corridoio interno. Il 14 dicembre ella da concerto insieme al suo secondo maestro
MUZIO EFFREM, un musico e compositore barese, direttamente in camera del Granduca malato. Il 22 gennaio del 1620 ARCANGELA canta in
compagnia della CECCHINA e del musico della Cappella Papale GIANDOMENICO PULIASCHI. Il 15 aprile, Mercoledì Santo, COSIMO II ode
la messa a letto perché ancora malato. Poi però vuole che si dia anche il tradizionale Concerto di Musica Sacra in camera sua, con FRANCESCA
CACCINI e le sue allieve ARCANGELA PALADINI e VITTORIA ARCHILEI, oltre al castrato DONI e al Maestro di Cappella MARCO DA
GAGLIANO. ARCANGELA ormai gode di sì tanta considerazione da parte del Granduca che egli la incarica anche di reperire nuove cantatrici che
solitamente si esibiscono nelle osterie in città e di fare gli onori di casa ad alcuni suoi ospiti. Il 20 agosto si esibisce ancora con MUZIO EFFREM
in camera del Granduca sempre più malato. Nel 1621, per espresso desiderio della sua protettrice MARIA MGDALENA D'AUSTRIA, dipinge un
"Autoritratto" il quale sarà poi trasferito dal Card. LEOPOLDO presso la Stanza dei Ritratti della Galleria Medicea di Firenze. Nel retro della tela
c'è scritto: "Ser. M. Magdalenae Austriacae Jussu Manu Propria Se Pingeabat A. D. 1621". Subito dopo dipinge un "Ritratto di LEOPOLDO DE'
MEDICI infante". Il 13 gennaio di quest'anno ARCANGELA canta ancora una volta con MARZIO EFFREM per COSIMO II. Poi la sera dell'Epifa-
nia ella si esibisce con così tanta passione per il Granduca che questi le regala una catena d'oro e duecento scudi. Benché il 28 febbraio COSIMO II
sia morto, il 2 aprile, Mercoledì Santo, si svolsero egualmente le consuete funzioni in Santa Felicita; per cui in quell'occasione tutti gli artisti di cor-
te, compresa ARCANGELA PALADINI, si esibiscono come ogni anno con musiche e cori. Però successivamente l'Arciduchessa MARIA MADDA-
LENA e la Granduchessa Madre CRISTINA non vogliono più spettacoli a Corte, esse prediligono le Messe e i Sermoni. Comunque il 23 marzo del
1622, quando tutta la Corte sta soggiornando a Pisa, vengono convocate da Firenze ARCANGELA PALADINI assieme a FRANCESCA SIGNORI-
NI CACCINI e a MARZIO EFFREM perché si esibiscano. Il 18 ottobre del 1622 ARCANGELA PALADINI muore a Firenze. Viene onorata con
splendidi funerali dalla sua benefattrice e con un nobile mausoleo scolpito da AGOSTINO UBALDINI o BUGIARDINI in cui figura il busto di lei
e due figure in mezzo rilievo rappresentanti la Musica e la Pittura finite dall'allievo ANTONIO NOVELLI. ANDREA SALVADORI, come MI-
CHELANGELO IL GIOVANE, autore di molti componimenti per musica, detta l'iscrizione funeraria da scolpire sulla sua tomba. Il mausoleo
con tutti questi elementi, viene collocato all'interno della Chiesa di Santa Felicita, ma poi verrà poi trasferito sotto la loggia di detta chiesa. L'epi-
cedio dice: "D. O. M. - ARCANGELA PALLADINIA JOANNIS - BROOMANS Antuerpiensis uxor - Cecinit Hetruscis Regibus - nunc canit Deo -
Vere PALLADINIA quae Palladem - acu Apellem coloribus - cantu aequavit Musas - Obiit anno suae aetatis XXIII - Die XVIII octobris XDCXXII
- Sparge rosis lapidem, coelesti innoxia cantu - Tusca iacet Syren, Itala Musa iacet".
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Biografie di ARCANGIOLA PALLADINI
(A. Labronio, Il Monumento di una Cantante in Santa Felicita, in La Nazione, 9/3/1941)
(A. Labronio, Chi era l'Arcangiola?, in Il Nuovo Giornale, 1/12/1942)
(Luigi Dami, Jacopo Ligozzi e Arcangiola Palladini, in L'Illustratore Fiorentino di G. Carocci,
Tip. Domenicana, Firenze 1915, pp. 15-16)
(Tinghi, Diario di Corte, Firenze XVII secolo)
(Angelo Solerti, Musica Ballo e Drammatica alla Corte Medicea tratto dal Diario di Corte di Tinghi,
Bemporad, Firenze 1905)
ARCANGELA PALADINI, poetessa e pittrice.
(Nuovissima Enciclopedia Illustrata, Istituto Editoriale di Cultura, Roma 1945)
Biografia di ARCANGIOLA PALLADINI, una cantante del Seicento alla Corte Medicea.
(Maria Giovanna Masera, Arcangiola Palladini, La Rassegna Musicale, Roma 1940-41-42, p. 50-53)
PALADINI ARCANGELA (Pisa 1599 - Firenze 16/10/1622). Figlia e allieva del pittore FILIPPO PALADINI di LORENZO.
Sposò nel 1616 il ricamatore d'Anversa G. BROOMANS;
come lui era alla Corte Medicea in qualità di ritrattista, poetessa e musicista, protetta da MARIA MADDALENA d'AUSTRIA.
Gli Uffizi conservano il suo autoritratto (1621),
che la dimostra stilisticamente inserita nella corrente del composito e spersonalizzato ritrattismo internazionale di Corte.
Bibliografia: "Museo Fiorentino che contiene i ritratti dei Pittori", Firenze 1756
Thieme-Becker, Vol. XXVI (1932)
(Dizionario Enciclopedico dei Pittori e degli Incisori Italiani, Mondadori, 1983)
(Dizionario Enciclopedico Bolaffi dall'XI al XX Secolo, Bolaffi, Torino 1974)
Biografia e foto dell'autoritratto di ARCANGELA PALADINI
(Bice Viallet, Gli Autitratti Femminili agli Uffizi in Firenze, Alfieri & Lacroi, Roma s.d. 1923)
(Donne Illustri italiane dal XIII al XIX secolo, Pallotta, Roma s.d. 1900)
Ecco tutti i PALADINI o PALLADINO o PALADINO, pittori, che conosciamo in Italia:
FILIPPO di Pistoia (16° secolo)
FILIPPO (di Lorenzo) di Pistoia (morto 1608) padre di ARCANGELA
FILIPPO (di Benedetto) di Casi Firenze (1544 - 1614)
GIUSEPPE (il Cavaliere) di Sicilia (17° secolo)
ADRIANO di Cortona (1610 - 1680)
LITTERIO di Messina (1691 - 1743)
GIANDOMENICO di Lucca (1721 - 1772)
GIUSEPPE di Messina (1721 - 1794)
(Louis Lampe, Signature et Monogrammes des Peinters, Castaigne, Bruxselles 1895)
(Dizionario Enciclopedico Bolaffi dall'XI al XX Secolo, Bolaffi, Torino 1974)
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SIRANI Elisabetta (Bologna 8/1/1638 - Bologna 1665), italiana. Pittrice.
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ELISABETTA, pittrice, nasce a Bologna alle ore 18,30 del venerdì 8 gennaio del 1638 da GIOVANNI ANDREA SIRANI, pittore e da MARGHERITA MASINI. Ha due sorelle ANNA e BARBARA. Viene istruita da suo padre. Dipinge un "Autoritratto", due differenti ritratti di "Sibilla". Studia musica con un maestro. A lui nel 1659 e nel 1669 regala due suoi quadri. In soli dieci anni di attività. realizza ben 190 quadri di soggetto religioso, storico e mitologico. Conosce il Cav. GHEDINI. Fonda una scuola di pittura in cui vi fanno parte GINEVRA CANTAFOLI, MARIA PANZACCHI, TERESA MURATORI, VINCENZA FRANCHI (dopo la sua morte anche LUCREZIA SCARFOGLIO con le due sorelle della pittrice ANNA SIRANI e BARBARA SIRANI). ELISABETTA nella sua città incontra un uomo di cui s'innamora, ma da quel rapporto ne esce profondamente delusa, tanto che nel 1665, a soli 26 anni, si suicida.
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ELISABETTA SIRANI nata a Bologna venerdì 8 gennaio 1638 alle ore 18,30 da GIO. ANDREA SIRANI, pittore e da MARGHERITA MASINI
(A. Bolognini Amorini, Vite dei Pittori ed Artefici Bolognesi, Forni, Bologna 1979)
Biografia e foto dell'Autoritratto di ELISABETTA SIRANI (1638-1655)
(Bice Viallet, Gli Autoritratti Femminili delle RR Gallerie degli Uffizi in Firenze, Alfieri & Lacroix, Roma s.d. 1923)
Bibliografia di ELISABETTA SIRANI (Bologna 1638 - Bologna 1665)
(Adam Bartsch, Le Peintre Graveur, chez J. A. Barth, Leipzig 1870)
ELISABETTA SIRANI, malgrado sia morta a soli ventisei anni, ha lasciato ben 190 quadri di soggetto religioso, storico e mitologico, eseguiti in soli dieci anni.
(Laurenti, Imput 48, 2001)
Biografia e bibliografia di ELISABETTA SIRANI
(Ann Sutherland Harris e Linda Nochlin, Le Grandi Pittrici 1550 - 1950, Feltrinelli, Milano 1979)
Quadro di ELISABETTA SIRANI bolognese.
Sua Altezza reale non intende acquistare tale quadro.
Dalla Segreteria delle Finanze
25 luglio 1782
Direttore PELLI
V. ANTONIO VENITORI
(Archivio Gallerie di Firenze, Permessi per copiare oggetti d'arte, filza XV, n. 46, del 25/7/1782)
Il Cav. GHEDINI racconta della scuola che ELISABETTA SIRANI ha fondato, in cui vi fecero parte GINEVRA CANTAFOLI, MARIA PANZACCHI SCANNABECCHI MONETA, TERESA MURATORI, VINCENZA FRANCHI e dopo la sua morte LUCREZIA SCARFOGLIO con le due sorelle della pittrice ANNA SIRANI e BARBARA SIRANI.
Dice inoltre che la storia per cui la pittrice si sarebbe suicidata per una delusione d'amore è falsa. Ella sarebbe morta invece, secondo lui, di malattia.
(Atti e Memorie dell'Accademia Clementina, Bologna 1950, IV, pp. 85-86)
Foto di due differenti ritratti di "Sibilla" di ELISABETTA SIRANI.
(Atti e Memorie dell'Accademia Clementina, Bologna 1950, IV, pp. fra 84-85)
Due differenti ritratti di "Sibilla" di ELISABETTA SIRANI.
(Proprietà Ghedini, Bologna)
Informazioni biografiche e bibliografiche di ELISABETTA SIRANI, delle sue sorelle ANNA SIRANI E BARBARA SIRANI e delle allieve TERESA MURATORI, MARIA PANZACCHI SCANNABECCHI MONETA (m. 19/4/1798), moglie di SCANNABECCHI MONETA, e GINEVRA CANTOFOLI.
(A. Bolognini Amorini, Vite dei Pittori ed Artefici Bolognesi, Forini Ristampa, Bologna 1843)
Biografia e foto Autoritratto di ELISABETTA SIRANI
(Valeria Moretti, Le più Belle del Reale, Spada, Roma 1983)
Autoritratto di ELISABETTA SIRANI
(Pinacoteca di Bologna)
Autoritratto di ELISABETTA SIRANI
(Museo di Capodimonte, Napoli)
ELISABETTA SIRANI (1638 - 1665) ha studiato musica con un maestro. A lui nel 1659 e nel 1669 regalò due suoi quadri.
(Malvasia, II, pp. 468-69)
(La Rassegna Musicale, Roma 1940-41-42, p. 156)
ELISABETTA SIRANI viene istruita da suo padre GIOVANNI ANDREA SIRANI, un pittore fortemente imbevuto della memoria di GUIDO RENI. Di lei infatti si dice che ha appreso dal RENI di seconda mano. Muore a 27 anni. (non avvelenata come si credette) Nel 1665 dipinge “La N. D. ANNA MARIA RANUZZI come la Carità” oggi alla Collezione Giuseppe Malvezzi De’ Medici a Bologna.
(Il Ritratto Italiano, Istituto D'Arti Grafiche, Bergamo 1927)
(A. Manaresi, Processo di Avvelenamento Fatto in Bologna nel 1665 contro Lucia Tolomelli per la Morte di E. Sirani, Zanichelli, Bologna 1904)
(A. Marinaresi, Elisabetta Sirani, Zanichelli, Bologna 1898)
ELISABETTA SIRANI ( 1638 – 1665)
(Nancy G. Heller, Women Artists, Abbeville Press Publishers, New York, 1997)
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TOMACELLI DI FARNESE COLONNA DI PALIANO Lucrezia (…. 1576 - …. 11/8/1622). Italiana. Letterata
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LUCREZIA nasce nel 1576 da GALEAZZO TOMACELLI Signore DI FARNESE e di Latera, Generale dell'Armata Veneziana. Nel 1597 sposa il Principe FILIPPO COLONNA Principe DI PALIANO. Ha due figli MARCANTONIO e ANNA. E' proprietaria di Patrica e del Palazzo sul fiume Sacco in quel comune, del Casino con giardino a Marino e anche il Palazzo della Rocca di Spoleto fa parte del patrimonio della sua famiglia. Caravaggio durante la sua fuga è ospite presso il suo Palazzo a Paliano. Muore l'11 agosto del 1622 e viene sepolta nella cripta della Collegiata di Paliano dentro il sepolcro dei COLONNA. E in Roma presso la Basilica di San Giovanni in Laterano nella Cappella dei COLONNA viene eretto un monumento funerario di bronzo pregiato, disegnato da TEODORO DELLA PORTA e realizzato da GIACOMO LAURENZIANO, nella stessa basilica in cui è sepolto anche un suo antenato Papa BONIFACIO IX TOMACELLI.
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Il paese di Patrica in provincia di Frosinone, compresa la rocca medievale detta "La Cittadella", in origine appartenne alla famiglia dei Baroni CONTI. Dal 1599 ai Marchesi SANTACROCE. Poi ai MASSIMO, finché non divenne proprietà di LUCREZIA TOMACELLI moglie di FILIPPO COLONNA, per passare poi nel 1625 ai COLONNA. Ora la sola "Cittadella" con il Palazzo e il giardino appartengono alla famiglia dei Conti SPEZZA.
(Enrico Abate, Guida della Provincia di Roma, C. A. I., Roma 1894)
Il Palazzo così detto della Tomacella sulla riva del fiume Sacco, nella campagna di Patrica, era di proprietà della Principessa LUCREZIA TOMACELLI.
(Gioacchino Giammaria, Addò stai meglio?, Comune di Patrica 1995)
TEODORO DELLA PORTA (Roma 1557 - Roma 23/3/1638) insieme con GIACOMO LAURENZIANO (1607att. - 1650) nel 1625 fecero un monumento funerario per LUCREZIA TOMACELLI in San Giovanni in Laterano a Roma.
(The Grove Dictionary of Art, Macmillan, London 2000)
Nella Basilica di San Giovanni in Laterano a Roma, fu costruita nel 1625 la Cappella del Coro, su disegno di GIROLAMO RAINALDI, per ordine del Principe FILIPPO COLONNA. L'altare della cappella fu dotato di quattro colonne di rarissimo alabastro rosa.. La volta fu decorata con l"Incoronazione della Vergine" da BALDASSARRE CROCE morto nel 1628. A sinistra dell'altare venne posta, fra due colonne di spatico venato nero, una statua funeraria di LUCREZIA TOMACELLI, pregiato lavoro in bronzo di GIACOMO LAURENZIANI, su disegno di TEODORO DELLA PORTA.
(Giovanni B. De Toth, La Cattedrale del Papa, Capitolo Lateranense, Roma 1997)
Nella Basilica di San Giovanni in Laterano a Roma, dentro la Cappella del Crocifisso, c'è la statua cosmatesca di BONIFACIO IX TOMACELLI (1398 - 1404) in ginocchio.
(Giovanni B. De Toth, La Cattedrale del Papa, Capitolo Lateranense, Roma 1997)
Per circa 4 secoli la Rocca di Spoleto del 1359 fu Palazzo Apostolico, dove si avvicendarono personaggi illustri come LUCREZIA BORGIA, i TOMACELLI, i CYBO, i COLDUMER, i DEL MONTE e altri
(Paola Gonnellini, La Rocca Albornoziana di Spoleto, Regione Umbria 2001)
CARAVAGGIO dopo aver ucciso RANUCCIO TOMASSONI da Terni durante una rissa a Campo Marzio, fugge da Roma e si rifugia nei Feudi dei Colonna suoi protettori.(A Zagarolo sotto la benevolenza di Don MARZIO COLONNA, a Paliano ospite di LUCREZIA TOMACELLI* e a Palestrina)
LUCREZIA TOMACELLI è moglie di FILIPPO COLONNA
FILIPPO COLONNA, figlio di FABRIZIO COLONNA e ANNA BORROMEO
ANNA BORROMEO è la sorella del Card. San CARLO BORROMEO e cugina di FEDERICO BORROMEO
FABRIZIO COLONNA è FRATELLO DI COSTANZA COLONNA moglie di FRANCESCO SFORZA Marchese di Caravaggio. (Protettore ed amico dei MERISI)
(Michelangelo Merisi, Bergamo 2000)
FILIPPO COLONNA (1578 - 11/4/1639) è figlio di FABRIZIO COLONNA e ANNA BORROMEO ed è fratello di GIOVANNA COLONNA. Nel 1597 sposa e ha due figli: MARCANTONIO e ANNA.
(H. Moser-Litta, Royals Family of Europe, London 2000)
LUCREZIA TOMACELLI (1576 - 11/8/1622) sposa FILIPPO COLONNA Principe di Paliano (1578 - 11/471639). Ha una figlia ANNA che morirà il 31/10/1658. FILIPPO COLONNA
(Le Livre des Roy de France, Paris 2002)
LUCREZIA figlia di GALEAZZO Signore di FARNESE, di Latera ecc., Generale dell'Armata Veneziana nel 1570.
* Latera 17/12/1544, + k. A. Famagosta, Cipro, 15/8/1571.
(m.) Napoli 1567 LUCREZIA figlia di ANDREA TOMACELLI Marchese di Casarano, Barone di Galatro e Montefusco (Napoli 1550 - Palermo1608)
(Le Livre des Roy de France, Paris 2002)
LUCREZIA TOMACELLI di Galatro.
ADRIANO CARAFA Signore di Forlì frequenta LUCREZIA TOMACELLI
(Libro d'Oro di Melita, Roma? 2002)
LUCREZIA TOMACELLI è un'ascendente della tredicesima generazione dell'attrice Brooke Shields
(Généalogies Royales et Pricières, Paris 2002)
Don TADDEO BARBERINI (16/11/1603 - Parigi 24/11/1647), principe di Palestina, discendente di TADDEO BARBERINI (morto nel 1318), sposa il 24/10/1627 Donna ANNA COLONNA Principessa di Paliano, figlia di FILIPPO COLONNA E LUCREZIA TOMACELLI.
(Leo Van De Pas, Roma? 2002)
PORZIA, figlia di GUINDACIO, nel 1520 portò in dote ai CARACCIOLO, il fondo di Perdifumo nel Cilento. Questo passo a VIOLANTE BRANCACCIO nel 1561 e poi a PAOLO DEL BAGLIVO nel 1568. Subito dopo tornò a VIOLANTE BRANCACCIO che lo rivendette a FERDINANDO CAPECE TOMACELLI nel 1593, dal quale passò a LUCREZIA SERSALE nel 1609, che sposando, riportò il fondo ai CARACCIOLO. Questi lo rivendettero ai FILOMARINO nel 1616………………
(P. Cantalupo e A, La Greca, Storia delle Terre del Cilento, C. P. C., Acciaroli 2000)
Nella cripta della Collegiata di Sant'Andrea a Paliano c'è il Sepolcro dei COLONNA, dove è sepolta LUCREZIA TOMACELLI (e OLIMPIA PAMPHILI).
(Storia di Paliano, Comune di Paliano, Paliano 2000)
A Marino dentro il giardino del Casino COLONNA (che è appartenuto allo scrittore Alberto Moravia e allo scultore Umberto Mastroianni) nel 1627 FILIPPO COLONNA fece costruire un campo per il gioco della pallacorda.
(Casino Colonna, Marino 2002)
Il Museo di Roma in Trastevere ha sede nell'ex-Monastero di Sant'Egidio a Piazza in Trastevere a Roma. Tale monastero, appartenente alle Carmelitane Scalze, fu fondato nel 1601 presso la Chiesa di San Lorenzo in Janiculo (che solo successivamente dedicata a Sant'Egidio).
Su richiesta di VITTORIA COLONNA, nel 1628 Papa URBANO VIII donò a queste monache anche la Chiesa dei SS Crispino e Crispiniano. Allora si decise di demolire la vecchia Chiesa di Sant'Egidio e di restaurare quella dei SS Crispino e Crispiniano. In tale occasione il Connestabile FILIPPO COLONNA fece ornare di marmi la nuova chiesa.
(Museo di Trastevere, Roma 2001)
LUCREZIA TOMACELLI, figlia di GIROLAMO TOMACELLI, appartenente ad una famiglia di origine napoletana che annovera tra i suoi componenti PIETRO TOMACELLI papa col nome di BONIFACIO I nel 1389, il quale eresse a feudi le città di Pontecorvo, Sora e Orvieto perché di proprietà della sua famiglia, sposa nel 1592 FILIPPO COLONNA (1578 - 11/4/1639), nato in Sicilia, figlio di MARCANTONIO COLONNA Principe DI PALIANO e di ANNA BORROMEO, Contestabile del Regno di Napoli, portando in dote parecchi feudi distribuiti nell'Itala meridionale. Suo marito è già proprietario di quello di Genazzano. Nel 1625 il Principe FILIPPO COLONNA eredita da sua moglie LUCREZIA TOMACELLI il Castello di Patrica. (Lessico Universale Italiano, Treccani, Roma 1970)
Questo feudo di Patricum, originariamente, con un atto di donazione, era passato da LUDOVICO PIO al Pontefice PASQUALE I. Poi era divenuto di proprietà dei Baroni CONTI, quindi il Marchese TARQUINIO SANTACROCE l'acquistò nel 1599. Passò poi ai MASSIMO ed infine a LUCREZIA TOMACELLI. Nel 1625 lo erediterà il Principe FILIPPO COLONNA. Dai COLONNA passerà agli attuali proprietari, i Conti SPEZZA. (Enrico Abate, Guida della Provincia di Roma, C. A. I. , Roma, 1894)
Ha i seguenti undici figli:
- CARLO COLONNA (Roma 1607 - Roma 18/10/1686) Un tipo borioso e violento, un po' come suo padre, famoso per aver accolto il papa che lo visitò a Cave, per aver sciorinato ben 3.000 uomini schierati in armi a piedi e 800 a cavallo. Si fregiò del tratto distintivo di Duca DEI MARSI. Attaccabrighe, entra nell'esercito, sotto il controllo di MAZZARINO figlio del maggiordomo di suo padre e che fu già compagno di studi e di spassi di uno dei suoi fratelli, a Salamanca. Si ferisce ad una mano e allora MAZZARINO lo fa curare dai Gesuiti a Genova. Diventa capitano nel 1626 e poi prelato. Viene sepolto a Roma nella Chiesa Benedettina di San Callisto. (Dizionario Biografico degli Italiani, Treccani, Roma 1982, p. 282)
- FEDERICO COLONNA, che nasce a Roma nel 1601.
- VITTORIA COLONNA (1610 - 1675), che si è rinchiusa in un Convento di Suore Carmelitane.
- IPPOLITA COLONNA (1614 - 1676), che si è rinchiusa in un Convento di Suore Carmelitane.
- ANNA COLONNA, che sposa TADDEO BARBERINI nipote prediletto di Papa URBANO VIII.
- MARCANTONIO COLONNA, che eredita nel 1639 il titolo di Contestabile del Regno di Napoli in seguito alla morte del padre.
- FRANCESCO COLONNA, morto infante.
- GIROLAMO COLONNA, che diviene Cardinale.
- PIETRO COLONNA, che diventa Abate Commendatario e che però muore giovanissimo.
- PROSPERO COLONNA, che diviene Cavaliere di Malta.
- GIOVAN BATTISTA COLONNA, che diventa Patriarca di Gerusalemme. (Dizionario Biografico degli Italiani, Treccani, Roma 1982, )
Suo marito, negli ultimi anni della sua vita, restaura a Roma il Palazzo COLONNA a SS Apostoli, costruisce la Galleria COLONNA con i resti di epoca imperiale del Tempio del Sole. Crea la Cappella dei COLONNA nella Basilica di San Giovanni in Laterano per il coro dei canonici. A Paliano costruisce una Cappella di COLONNA seplcrale per ospitare le ossa dei suoi antenati. A Genazzano ristruttura il Castello feudale dei COLONNA, a Marino costruisce una residenza estiva col nome di "Villa delle Sirene". Ottiene la simpatia del Viceré di Napoli e di molti Principi italiani. (Dizionario Biografico degli Italiani, Treccani, Roma 1982)

ALLEGATO DONNE NOTE DEL SETTECENTO

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ANHALT ZERBST Sofia Amalia Federica (Stettino, 2.5.1729 - Mosca 1796), tedesca. Drammaturga, Imperatrice di Russia col nome di CATERINA II.
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ZOFIA ANHALT ZEBST, drammaturga, nasce a Stettino il 2 maggio 1729 dal Principe CRISTIANO AUGUSTO DI ANHALT ZEBST e da GIOVANNA DI HOLSTEIN-GOTTORP. Nel 1757 ha una bambina di nome ANNA dalla relazione con il futuro Re di Polonia Stanislao Augusto. Ma la bambina vivrà pochi anni soltanto. Sposa lo Zar PIETRO III. Ha un figlio. Nel 1762 il pittore VIRGILIUS ERICHSEN la ritrae in un quadro. Si dedica alla sua vecchia passione, il teatro. Le opere teatrali più notevoli scritte da CATERINA II tra il 1772 e il 1786 sono le seguenti commedie: "O tempo!", "L’anticamera di un eminente boiaro", "L’onomastico della Signora Vorcalkina", "L’ingannatore", "L’ingannato", "Lo stregone siberiano". Nel 1785, da un quadro di MICHELE BENEDETTI raffigurante il suo ritratto, FRANCESCO BARTOLOZZI fa un'incisione di cm. 45,7X28,4, del 1785. Dal 1786 al 1791 si dedico` alla stesura di libretti di opere comiche. Figura nell'appendice delle "Memorie Storiche" di ANGELICA KAUFFMANN ZUCCHI. Un altro suo ritratto è di MICHELE BENEDETTI con una versione in ovale del LAMPI. Muore a Mosca nel 1796.
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Informazioni su CATERINA II:
(Sir Jeshua and the Empresse Catherine, Frederick Hilles, in Bond, 1970)
CATERINA II nata Stettino il 2/5/1729, figlia del Principe CRISTIANO AUGUSTO DI ANHALT ZEBST e da GIOVANNA DI HOLSTEIN-GOTTORP, sposò lo Zar PIETRO III.
(Enciclopedia, Zanichelli, Bologna 1995)
Nel 1757 ha una bambina di nome ANNA dalla relazione con il futuro Re di Polonia STANISLAO AUGUSTO. Ma la bambina vivrà pochi anni soltanto.
(Maria Pia Perrotta, Caterina II di Russia, 2001)
Le opere teatrali piu` notevoli scritte da CATERINA II tra il 1772 e il 1786 sono le seguenti commedie:
- O tempo!
- L’anticamera di un eminente boiaro.
- L’onomastico della Signora Vorcalkina.
- L’ingannatore.
- L’ingannato.
- Lo stregone siberiano.
Dal 1786 al 1791 si dedico` alla stesura di libretti di opere comiche.
(Enciclopedia dello spettacolo, Garzanti, Milano 1978)
Sulla vita di CATERINA II:
(Zoe Oldenbourg,Caterina di Russia, Gallinard, Paris 1968)
(La Cour de l’Imperatrice Catherine II, ses collaborateurs et ses entourage, Saint Peterburg 1899)
(Lettres de Catherine II a` Stanislaw-August Roi de Pologne, Paris 1914)
(Castera,Histoire de atherine II Imperatrice de Russie, Paris)
(A. Herzen,Memoires de Catherine II, Londra 1859)
(J.R. Schirer, Anectodes Interessantes et secretes de la Cour de Russie, Londres et Paris 1972)
Ritratto di Caterina di Russia" da MICHELE BENEDETTI, incisione di FRANCESCO BARTOLOZZI, cm. 45,7X28,4, del 1785
(Fondo Corsin, Istituto Calcografico, Roma, 181834, vol. 58N16)
La Zarina CATERINA II figura nell'appendice delle "Memorie Storiche" di ANGELICA KAUFFMANN ZUCCHI.
(Angelica Kauffmann e Roma, De Luca, Roma 1998, p. LXXI)
"CATERINA di Russia Imperatrice", quadro del 1762, di VIRGILIUS ERICHSEN (Coopenhagen 1712-1782)
Collezione C. L. David, Coopenhagen)
Foto del quadro "CATERINA di Russia Imperatrice" di VIRGILIUS ERICHSEN, del 1762.
(Andrea Busiri Vici, I Poniatowski e Roma, Eda, Firenze 1971, p. 19)
"CATERINA II", ritratto di MICHELE BENEDETTI (Viterbo 1745-Vienna 1810). Esiste anche una versione in ovale del LAMPI
(Collezione dei Marchesi Cholmondeley)
Foto del ritratto di "CATERINA II" di MICHELE BENEDETTI.
(Andrea Busiri Vici, I Poniatowski e Roma, Eda, Firenze 1971, p. 224)
Su CATERINA II.
(Memoires de Catherine II, Herzen, 1857)
CATERINA I, moglie di ALEKSEEVIČ, lo Zar PIETRO I IL GRANDE.
(Enciclopedia, Zanichelli, Bologna 1995)
ANNA PETROVNA, figlia di PIETRO I, IL GRANDE, Zar di Russia, sposò CARLO FEDERICO Duca di HOLSTEIN-GOTTORP.
(Nuovissima Enciclopedia Illusrata, Istituto Editoriale di Cultura, Roma 1945)
BERNARDINO CALAU ha insegnato, presso la Corte di Prussia, alla Principessa AMALIA e alla Duchessa HOLSTEIN GOTTORP, la "Cera Eleodorica Punica" nella pittura ondeggiante plastica ed encaustica.
(Giornale Enciclopedico di Letteratura Italiana e Oltramontana, Ranieri Del Vivo, Italia 1782, vol. V, p. 72)
La Pricipessa GIOVANNA HOLSTEIN GOTTORP è moglie del Principe CRISTIANO AUGUSTO di ANHALT ZERBST e madre di CATERINA II di Russia.
(Maria Pia Perrotta, Caterina II di Russia, 2001)
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BENTI GARBERINI BULGARELLI Marianna (Roma 1626 - Roma 26/2/1734), italiana. Cantante. Detta LA ROMANINA.
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MARIANNA, cantante, sposata con BULGARELLI. Diventa l'amante di METASTASIO. Detta LA ROMANINA, interpreta molti melodrammi scritti da METASTASIO. è già famosa a Roma quando nel 1708 si reca a Venezia. Nel 1709 è a Genova, nel 1714 a Napoli. Sposa DOMENICO BULGARELLI e va a Vienna con METASTASIO. Negli anni 1712 e 1717 torna a Genova, nel 1716 e nel 1718 a Venezia, nel 1718, 1721 e 1724 a Napoli. Fa la parte di Venere nel lavoro teatrale "Gli Orti Esperidi". Lo presenta a ad alcuni famosi musicisti come ALESSANDRO SCARLATTI PORPORA. Il METASTASIO per lei scrive "nel 1724 "Didone Abbandonata". Nel 1726, al Teatro di San Giovanni Grisostomo di Venezia, MARIANNA BENTI BULGARELLI canta con successo alla prima del dramma "Siroe" di METASTASIO con musiche di VINCI. Lo spettacolo poi continua a Roma e a Napoli. Un altro dramma di METASTASIO con lei interprete, ma questa volta con musiche di PORPORA dal titolo "Ezio, verrà messo in scena sempre al Teatro San Giovanni Grisostomo di Venezia, nel 1728. Quando ella muore a Vienna lascia tutto compresa la casa. ma questi vi rinuncerà in favore del marito di lei. Muore a Roma il 26 febbraio 1734.
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MARIANNA BENTI, cantante, detta LA ROMANINA, moglie di BULGARELLI, diventa l'amante di METASTASIO. Interpreterà molti melodrammi scritti da METASTASIO. Farà la parte di Venere nel lavoro teatrale "Gli Orti Esperidi". Il METASTASIO per lei scrisse "nel 1724 "Didone Abbandonata". Quando ella morrà a Vienna gli lascerà tutto compresa la casa, ma questi vi rinuncerà in favore del marito di lei.
(De Sanctis, Storia della Lettratura Italiana, Einaudi)
(Cecco-Sapegno, Storia della Letteratura Italiana, Garzanti)
(P. Giudici, Storia D'Italia, Nerbini)
MARIANNA BENTI BULGARELLI, amante di METASTASIO, lo presenta a ad alcuni famosi musicisti come ALESSANDRO SCARLATTI PORPORA. (Quest'ultimo lo istruirà nella musica).
Nel 1726, al Teatro di San Giovanni Grisostomo di Venezia, MARIANNA BENTI BULGARELLI canta con successo alla prima del dramma "Siroe" di METASTASIO con musiche di VINCI. Lo spettacolo poi continua a Roma e a Napoli.
Un altro dramma di METASTASIO, ma questa volta con musiche di PORPORA dal titolo "Ezio, verrà messo in scena sempre al Teatro San Giovanni Grisostomo di Venezia, nel 1728 (Da notare che a Venezia in quel tempo esistevano già i teatri della Fenice, di San Benedetto e di San Moisé, oltre a quello di San Giovanni Crisostomo nato nel 1678 e chiamato poi nel XIX secolo Teatro Malibran.).
(Storia del Teatro di Malibran, Venezia 2002)
La Cantante MARIA BENTI GARBERINI, detta LA ROMANINA, (Roma 1686 - Roma 26/2/1734), è già famosa a Roma quando nel 1708 si reca a Venezia. Nel 1709 è a Genova, nel 1714 a Napoli. Sposò DOMENICO BULGARELLI e andò a Vienna con METASTASIO. Negli anni 1712 e 1717 torna a Genova, nel 1716 e nel 1718 a Venezia, nel 1718, 1721 e 1724 a Napoli.
(Dizionario Biografico degli Italiani, Treccani, Roma 1981)
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BORGHINI Maria Selvaggia (Pisa 7/2/1654 - Pisa 21/2/1751), italiana. Letterata. Detta ADATABILE presso l'Accademia degli Innominati. Membro dell'Accademia degli Stravaganti. Poetessa dell'Arcadia col nome di FILOTIMA INNIA (o JUNIA)
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MARIA SELVAGGIA, poetessa, nasce a Pisa il 7 febbraio 1654. È la zia di MARIA SELVAGGIA e di CATERINA BORGHINI. Diventa Membro dell'Accademia degli Innominati assumenro il nome di ADATABILE. Ella figura in uno degli otto medaglioni a grisaille raffiguranti il profilo di alcuni tra i componenti più noti dell'Accademia degli Innominati circondati dalle lettere che compongono iloro nomi. Patrocinata da MARIA VITTORIA DELLA ROVERE si iscrive fra le Pastorelle Arcadi, col nome di FILOTIMA INNIA o JUNIA, Pubblica una Corona Poetica di "Sonetti". MARIA SEVAGGIA BORGHINI si sposa. Restata vedova non si risposa, questo crea uno scandalo, descritto anche nel "Filosofo Inglese" di GOLDONI. MARIA SELVAGGIA BORGHINI diviene Membro dell'Accademia degli Stravaganti. Traduce le opere di Tertulliano dal latino, pubblicate poi a Roma nel 1756. Muore a Pisa il 21 febbraio del 1751.
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SELVAGGIA BORGHINI (Pisa 1656 - Pisa 1731) riuniva nel suo salotto i professori dello "Studium" pisano…
(Comune di Psa, Cultura Donne)
SELVAGGIA BORGHINI, zia di MARIA SELVAGGIA e di CATERINA BORGHINI
(Ginevra Canonici,Prospetto Biografico delle Donne Italiane Rinomate in Letteratura, Fachini, Venezia 1824)
Presso l'abitazione privata dei signori CRAVERO a Bra, un tempo casa del Conte REVIGLIO vi sono esposti otto medaglioni a grisaille raffiguranti il profilo di alcuni tra i componenti più noti dell'Accademia degli Innominati circondati dalle lettere che compongono iloro nomi. Fra questi figura SELVAGIA BORGHINI detta l'"ADATABILE"
(Allegra Alacevich, Una Cheraschese Illustre, Cherasco 2001, p. 56)
SELVAGGIA BORGHINI è la prima donna ascritta fra le Pastorelle Arcadi, col nome di FILOTIMA INNIA (o JUNIA), patrocinata da MARIA VITTORIA DELLA ROVERE. Pubblica una Corona Poetica di Sonetti.
(Allegra Alacevich, Una Cheraschese Illustre, Cherasco 2001, p. 60)
CATERINA BORGHINI, poetessa dell'Arcadia col nome di ERATO DIONEA, nipote della poetessa MARIA SELVAGGIA BORGHINI
(Emilio De Tipaldo, Biografia degli Italiani Illustri nelle Scienze, Lettere e Arti del XVIII Secolo, Tipografia Alvisopoli, e poi Cecchini, Venezia 1834-45, vol. 2, p.426)
CATERINA BORGHINI (1743-1766) per tutta la sua giovinezza viene educata da sua zia, la poetessa SELVAGGIA BORGHINI
(Allegra Alacevich, Una Cheraschese Illustre, Cherasco 2001, p. 60)
Informazioni su CATERINA BORGHINI.
(F. Inghirami, Storia della Toscana, Poligrafia Fiesolana, Fiesole 1843-44)
Biografia di MARIA SELVAGGIA BORGHINI (Pisa 1654-21/2/1751) ,poetessa dell'Arcadia col nome di FILOTIMA INNIA
(Emilio De Tipaldo, Biografia degli Italiani Illustri nelle Scienze, Lettere e Arti del XVIII Secolo, Tipografia Alvisopoli, e poi Cecchini, Venezia 1834-45, vol. 2, p. 425)
Biografia di MARIA SELVAGGIA GORGHINI:
(Maria Selvaggia Borghini, Il Canzoniere. Vita e opere di Maria Sevaggia Borghini a cura di A. Agostini e A. Panaija, ETS, 2001)
Opere di MARIA SELVAGGIA BORGHINI (1634 - 1731), nipote di SELVAGGIA BORGHINI.
(Ginevra Canonici,Prospetto Biografico delle Donne Italiane Rinomate in Letteratura, Fachini, Venezia 1824)
MARIA SEVAGGIA BORGHINI, restata vedova non si risposa, questo crea uno scandalo, descritto anche nel "Filosofo Inglese" di GOLDONI.
(Allegra Alacevich, Una Cheraschese Illustre, Cherasco 2001)
MARIA SELVAGGIA BORGHINI (1656-1731), arcade e accademica degli Stravaganti, ha tradotto le opere di TERTULLIANO dal latino, pubblicate poi a Roma nel 1756.
(Il Canzoniere di Maria Sevaggia Borghini, ETS, Pisa 2001)
MARIA LUISA CICCI
TERESA BANDETTINI LANDUCCI
MARIA SELVAGGIA BORGHINI (Pisa 7/2/1654 - 22/2/1731)
MARIA FORTUNA
IRENE PARENTI DUCLOS
FORTUNATA SULGHER FANTASTICI MARCHESINI
Ecc. ecc.
(Antonella Giordano,Letterate Toscane del Settecento, All'Insegna del Giglio, Firenze 1994)
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CARRIERA Rosalba (Venezia 7/10/1675 - Venezia 15/4/1757), italiana. Pittrice, ritrattista, pastellista. Musicista. Membro dell'Accademia Clementina.
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ROSALBA, pittrice, nasce a Venezia il 7 ottobre 1675. Figlia di ANDREA CARRIERA e di ALBA FORESTI, ha due sorelle ANGELA e GIOVANNA. Malgrado nella sua epoca il mondo sia dominato dagli uomini, riesce a diventare "Donna di Potere". Dipinge un "Autoritratto con sua sorella ANGELA CARRIERA". Si interessa, oltre che alla pittura, anche alla musica. Un suo amico il Maestro CROZAT un giorno da un concerto per mettere in evidenza il suo talento, facendola esibire con il violone. A questa esibizione musicale assiste il Regente con Monsieur LAW e poi il Conte DE CAYLUS, Monsieur e Madame DE JULIENNE, WATTEAU, MARIETTE, l'abbate DE MAROULLE et Monsieur HÉNIN. Il 14 gennaio del 1720 è nominata Membro dell'Accademia Clementina di Bologna. ROSALBA non lascia mai la sua casa sul Canal Grande. Dipinge nel 1741 un "Ritratto di HORACE WALPOLE" che oggi invece sembra rapprenti un altro personaggio. Nello stesso anno accoglie in casa sua sorella ANGELA che, sposata al pittore GIAN ANTONIO PELLEGRINI, è restata vedova. Dipinge poi "La Signora ROSALBA" che diviene un'acquforte del 1778, incisa da FRANCESCO BARTOLOZZI di cm 205X154. Ha come amico CHRISTIAN COLE il quale le procura molti committenti inglesi. Alla morte di GIOVANNA, cade in una crisi depressiva che le impedisce di lavorare per mesi. Muore a Venezia il 15 aprile del 1757.
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Biografia e bibliografia di ROSALBA CARRIERA
(Ann Sutherland Harris e Linda Nochlin, Le Grandi Pittrici 1550 - 1950, Feltrinelli, Milano 1979)
Biografia di ROSALBA CARRIERA
(Emilio De Tipaldo, Biografia degli Italiani Illustri nelle Scienze, Lettere e Arti del XVIII Secolo, Tipografia Alvisopoli, e poi Cecchini, Venezia 1834-45, vol. 3, p.361)
Biografia di ROSALBA CARRIERA (1675 - 1758)
(Bice Viallet, Gli Autoritratti Femminili delle RR Gallerie degli Uffizi in Firenze, Alfieri & Lacroix, Roma s.d. 1923)
Biografia di ROSALBA CARRIERA
(Valeria Moretti, Le più Belle del Reale, Spada, Roma 1983)
Autoritratto di ROSALBA CARRIERA con sua sorella ANGELA CARRIERA
(Galleria degli Uffizi, Firenze)
Informazioni su ROSALBA CARRIERA.
(C. Limentani Virdis, Le Tele Svelate, Eidos, Milano-Venezia 1996)
(Davide Banzato, Da Padovanino a Tiepolo, Federico Motta, Milano 1997)
(G. M. Pilo, Pittura Veneziana dal Quattrocento al Settecento, Venezia 1999)
(M. Di Giampalo, Fenice, Milano 2000)
(Bollettino del Museo Civico di Padova, Note Biografiche su Alcuni Artisti Veronesi del Settecento, Padova 1994)
(Paolo Mastroianni, Il Notiziario delle Donne, Dwpress, Roma, novembre 2000)
(Vittorio Malamani, Rosalba Carriera e l'inaugurazione delle sale degli autoritratti nella Reale Galleria degli uffizi, Ministero Istruzione Pubblica, Roma 1899)
ROSALBA CARRIERA figlia di ANDREA CARRIERA e ALBA FORESTI
(Italian Women Writers, University of Chicago Library, 2001)
ROSALBA CARRIERA, che malgrado nella sua epoca il mondo fosse dominato dagli uomini, riuscì a diventare "Donna di Potere".
Non lasciò mai la sua casa sul Canal Grande ancora oggi esistente.
(Laurenti, Input 48 Arte, 2001)
Ha dipinto nel 1741 un ritratto che fino a qualche tempo fa s'era creduto rapprentasse HORACE WALPOLE. Oggi invece sembra rapprenti un altro personaggio…
(Jarosław Kilian, Portret Funkcja-Forma-Simbol, P.WŃ, Warszawa 1990, pp. 202-204)
"La Signora Rosalba" da ROSALBA CARRIERA, acquforte del 1778, incisa da FRANCESCO BARTOLOZZI, cm 205X154.
(Fondo Corsini, Istituto Calcografico, Roma, 69542 scatola B.4)
Foto dell'acquaforte "La Signora Rosalba" da ROSALBA CARRIERA, incisa da F. BARTOLOZZI, del 1778.
(Francesco Bartolozzi Incisore delle Grazie, pag. 138)
Ebbe come amico CHRISTIAN COLE il quale le procurò molti committenti inglesi.
(Andrew Wilton e Ilaria Bignamini, Grand Tour. Il Fascino dell’Italia del XVIII Secolo, Skira, Milano 1997, p. 30)
ROSALBA CARRERA il 14 gennaio del 1720 è nominata membro dell'Accademia Clementina di Bologna
(Accademia Clementina - Atti e Memorie 38-39, Bologna 1998-1999)
ANGELA CARRIERA, sorella di ROSALBA CARRIERA, ha sposato nel 1704 il pittore GIAN ANTONIO PELLEGRINI. Nel 1741 ANGELA restò vedova così andò a vivere con ROSALBA.
(Ann Sutherland Harris e Linda Nochlin, Le Grandi Pittrici 1550 - 1950, Feltrinelli, Milano 1979, p. 163)
GIOVANNA CARRIERA, sorella di ROSALBA CARRIERA.
ROSALBA, alla morte di GIOVANNA, cadde in una crisi depressiva che le impedì di lavorare per mesi.
(Ann Sutherland Harris e Linda Nochlin, Le Grandi Pittrici 1550 - 1950, Feltrinelli, Milano 1979, p.162)
ROSALBA CARRIERA (1676 - 1758)
Ce concert que CROZAT donna pour faire valoir le talent de ROSALBA su le violon fut une solennité musicale à la quelle le Ré gent ne manqua pas d'assister avec LAW, puis le ComteDE CAYLUS, Monsieur e Madame DE JULIENNE, WATTEAU, MARIETTE, L'Abbé DE MAROULLE et HÉNIN
(A. Sensier, Journal de Rosalba Carriera, Parigi 1865, p. 194)
(La Rassegna Musicale, Roma 1940-41-42, p. 157)
ROSALBA CARRIERA (Venezia 1675 – 1757), delicata pittrice mondana, specialista della tecnica del pastello, soffice come una cipria colorata
(Argan, Storia dell’Arte Italiana)
“Elogio al Re STANISLAO AUGUSTO” Complimenti al Re per il suo amore che dimostra avere per il suo popolo.
“Ritratto di Dama” olio su tela cm. 57x47
(Accademia di Venezia)
“Flora” di ROSALBA CARRIERA
(Opere presso la Collezione di Stanislao Poniatowski nel XVIII secolo)
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HART HAMILTON Emma o LYONS Amy (Cheshire 1765 - Calais 1815), inglese. Letterata
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EMMA HART, figlia d'un fabbro, nasce in un paesino dello Cheshire nel 1765. Lavora nel Themple of Healt, ovvero nel Tempio della Salute, per alcuni anni. Assume poi il nome di AMY LYONS. Ha molti amanti. Finchè nel 1786, a 23 anni, non si trasferisce a Napoli. Qui diviene l'amante del giovane nipote di Sir WILLIAM HAMILTON, CHARLES GREVILLE. Finisce che poi invece sposa nel 1791, come seconda moglie, Sir WILLIAM HAMILTON Ministro Britannico a Napoli. In un ambiente tutto nero, dentro la loro villa di Posillipo, con una cornice dorata, EMMA, come in un quadro, spesso si esibisce per suo marito, in atteggiamenti seducenti, con acconciature e abiti greci o romani, mentre egli la osserva tenendo in mano un lume acceso, scorgendo in lei la bellezza delle statue antiche, dei bei profili raffigurati sulle antiche monete. Il pittore HUGH DOUGLAS HAMILTON la ritrae in "Lady EMMA HAMILTON nel Ruolo delle tre Muse" e ANGELICA KAUFFMANN in "Lady HAMILTON come Talia". Sia lei che suo marito imparano presto a parlare il dialetto napoletano e così correttamente che il re FERDINANDO IV e la regina li chiamano "paesani nostri". EMMA crea diversi salotti che diventano subito famosi in tutta Europa. Muore a Calais nel 1815. Dopo la sua morte, nel 1827, GIOVANNI PAOLO LORENZI SORDOMUTO realizza un'acquaforte dal quadro "Lady HAMILTON come Talia"di ANGELICA KAUFFMANN.
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Biografia di EMMA HART ovvero AMY LYONS.
(Benedetto Croce, Aneddoti e Profili Settecenteschi, Milano Palermo Napoli 1914)
EMMA LYON HAMILTON, morta a Calais nel 1815.
(Yvonne Carbonaro, Le Donne di Napoli, T. E. Newton, Roma 1997)
EMMA HART nel 1791 diventa la seconda moglie di Sir WILLIAM HAMILTON.
(Andrew Wilton e Ilata Bignamini, Grand Tour. Il Fascino dell'Italia del XVIII Secolo, Skira, Milano 1997, p. 29)
"Lady EMMA HAMILTON nel ruolo delle tre Muse", olio su tela cm. 36,6X44,6, del 1789-90 ca. di HUGH DOUGLAS HAMILTON (1740-1808)
(Hamilton Collection, Lennoxlove House, Haddington, Scozia)
Foto del quadro "Lady EMMA HAMILTON nel ruolo delle tre Muse", del 1789-90, di HUGH HAMILTON.
(Andrew Wilton e Ilaria Bignamini, Grand Tour. Il Fascino dell’Italia del XVIII Secolo, Skira, Milano 1997, p. 66)
EMMA HART (1765-1815), moglie di Sir WILLIAM HAMILTON (1730-1803) Ministro Britannico a Napoli, era famosa in tutta Europa per i suoi salotti.
(Andrew Wilton e Ilaria Bignamini, Grand Tour. Il Fascino dell’Italia del XVIII Secolo, Skira, Milano 1997, p. 66)
EMMA HART, illustre viaggiatrice inglese, ritratta da ANGELICA KAUFFMANN
(Angelica Kauffmann e Roma, De Luca, Roma 1998, p. LIV)
Ritratto di EMMA HAMILTON, del 1791, di ANGELICA KAUFFMANN
(Collezione Privata)
"Ritratto di "Lady HAMILTON come Talia", acquaforte del 1827, cm.22,3X19, di GIOVANNI PAOLO LORENZI SORDOMUTO, da ANGELICA KAUFFMANN.
(Istituto Nazionale di Grafica, Roma, Fondo Corsini 69581, vol 44H 16)
Foto dell'acquaforte di GIOVANNI PAOLO LORENZI tratta da un quadro di ANGELICA KAUFFMANN dal titolo "Ritratto di Lady HAMILTON come Talia", del 1827
(Angelica Kauffmann e Roma, De Luca, Roma 1998, p. 144 n. 22)
Tanto Sir WILLIAM HAMILTON che sua moglie EMMA parlavano correttamente il dialetto napoletano, tanto che il re FERDINANDO IV e la regina li chiamavano "paesani nostri".
(Carlo Knight, Sir William Hamilton, da Campania Stagioni 1980:2)
Prima di sposare Sir HAMILTON, EMMA era stata l'amante del giovane nipote di Sir WILLIAM HAMILTON, CHARLES GREVILLE.
Nata nel 1763 in un paesino del Cheshire, figlia d'un fabbro, lavorò nel Themple of Healt (nel Tempio della Salute) per alcuni anni
Ebbe molti amanti. Finchè nel 1786, a 23 anni, non si trasferì a Napoli. Nel 1791 sposò Sir HAMILTON. In un ambiente tutto nero, con una cornice dorata, EMMA si esibiva per lui, in atteggiamenti seducenti, con acconciature e abiti greci, romani …, mentre egli la osservava tenendo in mano un lume acceso, scorgendo in lei la bellezza delle statue antiche, dei bei profili raffigurati sulle antiche monete…
(Carlo Knight, Sir William Hamilton, da Campania Stagioni 1980:2)
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MANZONI GIUSTI, Francesca (Barsio di Valsassina 1710 - Cereda 1770), italiana. Letterata. Poetessa. In Arcadia FENICIA.
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FRANCESCA MANZONI, poetessa, nasce a Barsio di Valsassina nel 1710. Sposa il letterato LUIGI GIUSTI. Entra in Arcadia col nome FENICIA. Traduce 5 libri delle tristezze di P. OVIDIO NASONE che pubblica a Milano presso il R. D. Palazzo nel 1745. È anche l'autrice dei "Drammi per Musica" e della tragedia "Ester". Scrive lettere al poeta milanese ANTONIO TANZI. In queste lettere dichiara di essere disposta a scrivere su commissione per i librai e a tradurre i poeti classici latini da pubblicare a Milano. E parla dei suoi versi. Muore a Cereda nel 1770 e viene sepolta a nella Chiesa di San Giovanni alla Castagna.
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FRANCESCA MANZONI, poetessa, sposa il letterato GIUSTI di Milano
(Dei Ritratti dei Pittori, Musei Fiorentini, Vol. VII, Tomo III, p. 35)
Biografia di FRANCESCA MANZONI GIUSTI (Barsio 1710 - Cereda 1743)
(Emilio De Tipaldo, Biografia degli Italiani Illustri nelle Scienze, Lettere e Arti del XVIII Secolo, Tipografia Alvisopoli, e poi Cecchini, Venezia 1834-45, vol. 2, p.223)
FRANCESCA MANZONI GIUSTI, in Arcadia FENICIA, ha tradotto 5 libri delle tristezze di P. OVIDIO NASONE, Milano, nel R. D. Palazzo, 1745, in 4°.
(Dizionario di Opere Anonime e Pseudonime, Pirola, Milano 1848, tomo I, p. 321)
FRANCESCA MANZONI (Barsio di Valsassina 1710 - Cereda 1770). Poetessa, autrice di drammi per musica e della tragedia "Ester". Sposò LUIGI GIUSTI, letterato veneziano. Scrisse lettere al poeta ANTONIO TANZI (Milano 1710 - 1762) di cui GIUSEPPE PARINI scrisse la vita. In queste lettere dichiara di essere disposta a scrivere su commissione per i librai e a tradurre i poeti classici latini da pubblicare a Milano. E parla dei suoi versi. Fu sepolta a Cereda, nella Chiesa di San Giovanni alla Castagna.
(I Secoli della Letteratura Italiana, Pomba, Torino 1854)
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MARATTA (o MARATTI) ZAPPI Faustina (Roma 1679 - .... 1745), italiana. Poetessa. Arcade col nome di AGLAURO CIDONIA.
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FAUSTINA MARATTA o MARATTI, poetessa, nasce a Roma nel 1679. Figlia del pittore CARLO MARATTA, dopo essere sfuggita al rapimento da parte del Duca GIANGIORGIO SFORZA CESARINI, sposa nel 1705 l'avvocato di Imola GIAMBATTISTA FELICE ZAPPI, anche poeta dell'Arcadia col nome TIRSI LEUCASIO. Ha un figlio. Per quindici anni vive serena e felice con suo marito, ma poi vengono mesi d'angoscia a causa d'un processo intentato da un figlio bastardo del Duca SFORZA CESARINI che pretende d'esere suo figlio. Scrive molti versi e nelle sue poesie celebra Cornelia, Porzia e Lucrezia. Entra a far parte dell'Accademia dell'Arcadia col nme AGLAURO CIDONIA. Crea a Roma un importante salotto con ospiti come CRESCIMBENI, GUIDI, MARTELLO, MANFREDI, ALESSANDRO e DOMENICO SCARLATTI, CORELLI, HAENDEL Scrive le poesie "Se mai gli Anni in un Col Corso Andranno", "Donna che Tanto al Mio Bel sol Piacesti", "Gioia pel Suo Matrimonio", "Al Figliolo RINALDO Ammalato" e "Cadder in Preda di Morte e in Pena Ria". Il poeta PAOLO ROLLI le dedica i versi: A FAUSTINA MARATTI ZAPPI, AGLAURO CIDONIA, moglie di G. B. FELICE ZAPPI", "Al Figliuolo di FAUSTINA MARATTI ZAPPI" e "A FAUSTINA MARATTI ZAPPI nell'Ottobre del 1744". Continua ancora il processo a suo carico. Quando riesce a dimostrare la sua estraneità ai fatti che le vengono imputati, si spegne nel 1745
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FAUSTINA MARATTA, figlia del pittore CARLO MARATTA (1625 - 1713) e sposa di FELICE ZAPPI, autore di ‘Smascolinati sonettini/pargoletti piccinini/mollemente femminini/tutti pieni di amorini’ per dirla alla maniera del GIUSEPPE BARETTI (1719-1789) aveva creato a Roma un importante salotto con ospiti come CRESCIMBENI, GUIDI, MARTELLO, MANFREDI, ALESSANDRO e DOMENICO SCARLATTI, CORELLI, HAENDEL
(Paolo Lemme,Il Salotto di Cultura a Roma tra 700 e 800, Roma Ieri Oggi Domani, nr. 70, anno VII, Periodici Locali Newton, 1994)
FAUSTINA ZAPPI, poetessa, arcade, moglie di GIAN BATTISTA FELICE ZAPPI (Imola 1667-1719), poeta arcade.
(Nuovissima Enciclopedia Illustrata, Istituto Editoriale di cultura, Roma 1945)
FAUSTINA MARATTI ZAPPI, col nome arcade AGLAURO CIDONIA
(Catalogo, Biblioteca Angelica, Roma)
FAUSTINA MARATTI ZAPPI nelle sue poesie celebra Cornelia , Porzia, Lucrezia ecc.
(Allegra Alacevich, Una Cheraschese Illustre, Cherasco 2001, p. 30)
FAUSTINA MARATTI, figlia del pittore CARLO MARATTI, sposa GIAMBATTISTA ZAPPI di Imola.
(De Sanctis, Storia della Lettratura Italiana, Einaudi)
(Cecco-Sapegno, Storia della Letteratura Italiana, Garzanti)
(P. Giudici, Storia D'Italia, Nerbini)
FAUSTINA MARATTI ZAPPI (m. 1745) ha scritto le poesie "Se mai gli Anni in un Col Corso Andranno", "Donna che Tanto al Mio Bel sol Piacesti", "Gioia pel Suo Matrimonio", "Al Figliolo RINALDO Ammalato" e "Cadder in Preda di Morte e in Pena Ria"
(C. Muscetta e M. R. Massei, Poesia del Settecento, Einaudi, Torino 1967, vol I, pp. 435-439)
FAUSTINA MARATTI ZAPPI dopo essere sfuggita al rapimento da parte del Duca GIANGIORGIO SFORZA CESARINI, sposò nel 1705 l'avvocato GIAMBATTISTA FELICE ZAPPI. Divenne accademica dell'Arcadia col nome di AGLAURO CIDONIA. Per quindici anni visse serena e felice con suo marito, ma poi vennero mesi d'angoscia a causa d'un processo intentato da un figlio bastardo del Duca SFORZA CESARINI che pretendeva d'esere suo figlio. Dopo essere riuscita a dimostrare la sua estraneità, si spense nel 1745.
(C. Muscetta e M. R. Massei, Poesia del Settecento, Einaudi, Torino 1967, vol I, p. 434)
Nasce a Roma. È figlia di CARLO MARATTI o MARATTA, pittore romano. Sposa GIOVANNI BATTISTA FELICE ZAPPI (Imola 1667 - 8/1719), poeta.
(I Secoli della Letteratura Italiana, Pomba, Torino 1854)
FAUSTINA MARATTI sposa il letterato ZAPPI di Imola
(Dei Ritratti dei Pittori, Musei Fiorentini, Vol. VII, Tomo III, p. 35)
"A FAUSTINA MARATTI ZAPPI, AGLAURO CIDONIA, moglie di G. B. FELICE ZAPPI (TIRSI LEUCASIO)"
(Paolo Rolli, Liriche, UTET, Torino 1926, p. 205)
"Al Figliuolo di FAUSTINA MARATTI ZAPPI"
(Paolo Rolli, Liriche, UTET, Torino 1926, p. 208)
"A FAUSTINA MARATTI ZAPPI nell'Ottobre del 1744"
(Paolo Rolli, Liriche, UTET, Torino 1926, p. 279)
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PAOLINI MASSIMI Petronilla (Tagliacozzo 1663 - Roma 1726), italiana. Poetessa, arcade col nome di FIDALMA PARTENIDE.
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PETRONILLA PAOLINI, poetessa, nasce a Tagliacozzo nel 1663. Da ragazza viene rinchiusa nel Convento dello Spirito Santo. PETRONILLA PAOLINI MASSIMI è autrice del componimento "Sdegna Clorinda ai Femminili Uffici" e canta Amalasunta Regina degli Ostrogoti. Pubblica il poemetto "Spieghi le Chiome Irate" e la poesia e "Quando dall'Urne Oscure". In Arcadia assume il nome di FIDALMA PARTENIDE. A causa di contrasti col vecchio marito, il Marchese FRANCESCO MASSIMI, impostole da Papa CLEMENTE X, è costretta a ritonare a vivere nel Convento dello Spirito Santo. La morte del figlioletto le rammenta la morte del padre ucciso, la cui ricca eredità le aveva procurato solo problemi. Non scrive rime anacreonti che, ma canzoni autobiografiche. Compone due melodrammi e pubblica i suoi "Versi" nelle Rime degli arcadi a Roma dal 1716. Muore a Roma nel 1726.
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PETRONILLA PAOLINI MASSIMI nome arcadico FIDALMA PARTENIDE
(A. M. GiorgettiVichi, Onomasticon - Gli Arcadi dal 1690 al 1800, Roma 1977)
Biografia di PETRONILLA PAOLINI MASSIMI.
(Ileana Tozzi, Petronilla Paolini Massimi, Nova Italica)
Tra le donne arcadi si distinse una poetessa romana, PETRONILLA PAOLINI MASSIMI, la quale con i suoi toni eroici e sofferti, si distaccò dalla leziosità della maggior parte dei suoi contemporanei.
(Laura Marino, Donne di Roma, Newton Compton, Roma 1995, pag. 57)
E' una delle poche scrittrici dell'Illuminismo in Italia a denunciare nelle sue opere la condizione delle donne. Le scrittrici francesi e inglesi sono molto più numerose di quelle italiane.
(Narratrici Italiane, Luciana Tufani Editrice, 2001)
PETRONILLA PAOLINI MASSIMI, autrice del componimento "Sdegna Clorinda ai Femminili Uffici", canta AMALASUNTA Regina degli Ostrogoti.
(Allegra Alacevich, Una Cheraschese Illustre, Cherasco 2001, p. 30)
PETRONILLA PAOLINI MASSIMI (Tagliacozzo 1663 - Roma 1726) ha scritto le poesie "Spieghi le Chiome Irate" e "Quando dall'Urne Oscure"
(C. Muscetta e M. R. Massei, Poesia del Settecento, Einaudi, Torino 1967, vol I)
"Spieghi le Chiome Irate", poemetto di PETRONILLA PAOLINI MASSIMI
A causa di contrasti col vecchio marito, il Marchese FRANCESCO MASSIMI, ilpostole da Papa CLEMENTE X, è costretta a ritonare a vivere nel Convento dello Spirito Santo. La morte del figlioletto le rammenta la morte del padre ucciso, la cui ricca eredità le aveva procurato solo problemi. Non scrive rime anacreonti che, ma canzoni autobiografiche. Compone due melodrammi e pubblica i suoi "Versi" nelle Rime degli arcadi a Roma dal 1716.
(C. Muscetta e M. R. Massei, Poesia del Settecento, Einaudi, Torino 1967, vol I, pp. 407-420)
"Spieghi le Chiome Irate", poemetto di PETRONILLA PAOLINI MASSIMI.
(C. Muscetta e M. R. Massei, Poesia del Settecento, Einaudi, Torino 1967, vol I, pp. 407-420)
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TEOTOCCHI ALBRIZZI Isabella (Corfù 1763 - Venezia 1836), italiana. Letterata.
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ISABELLA TEOTOCCHI, letterata, scrittrice, nasce a Corfù nel 1760. Apre un salotto letterario a Venezia. Diviene amica di IPPOLITO PINDEMONTE e di UGO FOSCOLO. Nel 1796 sposa GIUSEPPE ALBRIZZI. Nel 1808 scrive un'opera letteraria dal titolo "Ritratti". EMILIO DE TIPALDO la menziona nella sua Biografia degli Italiani Illustri, pubblicata a Venezia da CECCHINI nel 1834 - 1845. Muore a Venezia nel 1836.
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Biografia di ISABELLA TEOTOCCHI ALBRIZZI (nata 1770?)
(Emilio De Tipaldo, Biografia degli Italiani Illustri nelle Scienze, Lettere e Arti del XVIII Secolo, Tipografia Alvisopoli, e poi Cecchini, Venezia 1834-45, vol. 3, p. 326)
ISABELLA TEOTOCCHI ALBRIZZI, scrittrice.
(Emilio De Tipaldo, Biografia degli Italiani Illustri nelle Scienze, Lettere e Arti del XVIII Secolo, Tipografia Alvisopoli, e poi Cecchini, Venezia 1834-45, vol. 2, p. 359)
ISABELLA TEOTOCHI (Venezia 1763 - 1836), letterata, moglie di GIUSEPPE ALBRIZZI dal 1796, era amica di I. PINDIMONTE e di U. FOSCOLO.
Scrisse "Ritratti" del 1808.
(Dal Muratori al Cesarotti Critici e Storici, Riccardi, Milano 1960, pp. 528 e 536)
ISABELLA TEOTOCHI ALBRIZZI (Corfù 1760 - Venezia 1836). Letterata.
(Italian Women Writers, University of Chicago Library, 2001)
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VALLAYER COSTER Anna Dorotea (…. 1744 - …. 1818), francese. Pittrice. Membro dell'Academie Royale des Beaux Arts.
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ANNA DOROTEA, pittrice, nasce nel 1744. Dipinge "Nature Morte". Nel 1754 entra a far parte dell'Academie Royale des Beaux Arts di Parigi. Fa un "Autoritratto". Muore nel 1818.
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ANNA DOROTEA VALLAYER COSTER
(Laurenti, Input 48 Arte, 2001)
ANNE VALLAYER COSTER, pittrice di nature morte, entrò all'Academie Royale des Beaux Arts nel 1754.
(VLB, 2001)
Biografia e bibliografia di ANNE VALLAYER COSTER
(Ann Sutherland Harris e Linda Nochlin, Le Grandi Pittrici 1550 - 1950, Feltrinelli, Milano 1979)
Foto della stampa dell'autoritratto di ANNA VALLAYER COSTER, del 1770
(Marius Vachon, La femme dans l'Art, Rouam, paris 1893, p. 529)
ANNE VALLAYER COSTER (1744 - 1818) è accettata all'Académie Royale nel 1770
(Kristin Olsen, Chronology of Women History, Greenwood Press, London 1994, p. 91)
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VIEGAL GARRICK Eva Maria (Vienna 1724 - Londra 1823), austriaca. Ballerina. Detta VIOLETTE.
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EVA MARIA VIEGAL, ballerina, nasce a Vienna nel 1724. Studia danza. Viene chiamata con l'appellativo di VIOLETTE. Nel 1746 si trasferisce a Londra. Il 26 giugno 1749, dopo una relazione con PEG WOFFNGTON, sposa l'attore inglese DAVID GARRICK. Ha un matrimonio felicissimo. REYNOLDS la ritrae assieme a suo marito in un quadro del 1773. Rimane vedova a 55 anni. Vive 99 anni e muore a Londra nel 1823.
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DAVID GARRICK, dopo una relazione con PEG WOFFNGTON, il 22/6/1749 sposò EVA MARIA VIEGAL detta VIOLETTE, una ballerina viennese che si era trasferita a Londra. tre anni prima e si trovava sotto la protezione di Lady BURLINGTON. Il loro matrimonio fu felicissimo. EVA MARIA VIEGAL sopravvisse a DAVID GARRICK ben 44 anni, dal momento che morì a 99 anni, nel 1823.
(Silvio D'Amico, Enciclopedia dello Spettacolo, UNEDI, Roma 1954)
"EVA MARIA GARRICK (1724 - 1822) e suo marito DAVID GARRICK (1717 - 1779)", quadro di J. REYNOLDS, del 1773, olio su tela 140,3x169,9 cm.
(National Portrait Gallery, Londra)
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WALDSTEIN DI SANTA CRUZ Marianna (Vienna 30/5/1763 - Fano 21/6/1808), italiana. Pittrice. Miniaturista. Copista.
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MARIANNA DI WALDESTEIN, pittrice austriaca, nasce a Vienna il 30 maggio 1763 da una famiglia di Conti.. Sposa nel 1781 il Marchese DI SANTA CRUZ. Esegue molte pitture. L'8 settembre del 1803 entra a far parte dell'Accademia di San Luca di Roma. Copia "l'Amor Divino" di Tiziano, "La Giuditta" di Garofalo e "Raffaello e il suo Maestro di Scherma" di Raffaello Sanzio. Nel 1807 ANGELICA KAUFFMANN dipinge un suo ritratto ad olio su tela per l'Accademia di San Luca. Nel 1808 a Roma si tiene un'esposizione particolare delle sue opere. Ha un grande successo di critica. Si fa ritrarre dal pittore ANDREA APPIANI in un quadro ad olio su tela e il 28 gennaio dell'anno 1804 invia il quadro all'Accademia di San Luca a Roma. Fa un viaggio a Parigi. Muore a Fano il 21 giugno del 1808 o 1809.
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Biografia e Autoritratto di MARIANNA DI WALDESTEIN Marchesa DI SANTA CRUZ (Vienna 30/5/1763 - Fano 21/6/1808)
(Bice Viallet, Gli Autoritratti Femminili delle RR Gallerie degli Uffizi in Firenze, Alfieri & Lacroix, Roma s.d. 1923)
"MARIANNA Contessa DI WALDSTEIN e Marchesa DI SANTA CRUZ, sposata nel 1781. Dall'Arch. Acc. Sv. S. Luca Roma, 28/1804 ella scrive durante il viaggio per Parigi: Io mando ad esso (al Presidente) per l'Accademia il mio ritratto, che ho fatto dipingere dal Sig. APPIANI, a cioché fosse opera meritevole e degna di essere presentata a sì illustre Ceto a segno della mia stima. Rincresceme pure non mandare insieme qualche pittura da me fatta per soddisfare pienamente il mio dovere…
(Collezione Ritratti dell'Accademia di S. Luca, ANSL, Roma 1979, pag 58)
Foto del "Ritratto di MARIANNA DI WALDSTEIN", di ANDREA APPIANI, olio su tela cm. 67x50.
(Giovanni Incisa della Rocchetta, Collezione Ritratti dell'Accademia di S.Luca, A.ccademia Nazionale di San Luca, Roma 1979, pag 193)
MARIANNA WALDSTEIN SANTA CRUZ (Vienna 1763 - Fano 1808)
"MARIANNA Contessa DI WALDSTEIN Marchesa DI SANTA CRUZ" olio su tela cm. 66x47, del 1807, di ANGELICA KAUFFMANN
(Accademia Nazionale di San Luca, Roma)
(Angelica Kauffmann e Roma, De Luca,Roma 1998, p. 77, Cat., n.° 96)
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WALPURGIS (WALPURGA) DI SASSONIA DI BORBONE DI PARMA DI SPAGNA Maria Amalia (Dresda 24/11/1724 - Madrid 27/9/1760). Tedesca. Letterata.
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MARIA AMALIA WALPURGA DI SASSONIA, letterata tedesca., nasce a Dresda il 24 novembre 1724. Viene educata nelle lettere e nell'arte. Duchessa DI PARMA, il 19 aprile dell'anno 1738 sposa a Gaeta CARLO III DI BORBONE Re di Napoli otto anni più giovane di lei., diventando così Regina di Spagna. Fonda la manifattura di poecellana di Capodimonte. Muore a Madrid appena trentaseenne il 27 settembre 1760.
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MARIA AMALIA WALPURGA DI SASSONIA, sposa a Gaeta il 19/4/1738 CARLO III DI BORBONE (1716-1788), Re di Spagna
(Dizionario Enciclopedico Melzi, A. Vallardi, Garzanti 1994)
MARIA AMALIA WALPURGA DI SASSONIA, nata nel 1724, sposò nel 1738 CARLO III DI BORBONE Re di Napoli. Creò la manifattura di porcellana di Capodimonte nel 1743. Qui venne prodotto il famoso "Salottino" di porcellana.
(Yvonne Carbonaro, Le Donne di Napoli, T. E. Newton, Roma 1997)
MARIA AMALIA DI SPAGNA Duchessa DI PARMA
(Fabia Borroni Salvadori, G. Bencivenni Pelli al Tempo della Galleria, Rassegna Storica Toscana, Firenze 1983)
MARIA AMALIA DI SASSONIA (…. 1724 - Napoli 26/9/1760), Regina di Napoli, aveva una carrozza dipinta dal SOLIMENA.
(Alessandro Coletti, Il Principe di Sansevero, De Agostini, Novara 1988, p. 83)
M. AMALIA soggiornò per un anno a Madrid e poi si ammalò di polmoni in seguito ad una caduta di cavallo e morì il 26/9/1760 a soli 36 anni.
(Alessandro Coletti, Il Principe di Sansevero, De Agostini, Novara 1988, p. 224)
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WARREN POTT Emilia (…. …. - …. 1788), britannica. Modella. Detta EMILY POTT.
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EMILY WARREN, modella, nasce in Gran Bretagna. A Londra fa la modella per il pittore J. REYNOLDS, ma posa anche per altri pittori, come NATHANIEL DANCE, GEORGE ROMNEY e il miniaturista CHARLES SHERIFF (o SHIRREF). Incontra ROBERT POTT e nasce un grande amore, tanto che tutti la chiamano Mrs. POTT. Nel gennaio del 1781 posa per il quadro di REYNOLDS dal titolo"Thais". Nel marzo dello stesso anno, insieme a ROBERT POTT, emigra in India . Nel 1788 è a Londra per posare da REYNOLDS il 4 settembre. Tornata in India muore poco dopo.
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Dal 1780 la prostituta EMILY WARREN (conosciuta come EMILY POTT, dopo l'interesse che ha dimostrato per lei ROBERT POTT) viene utilizzata da JOSHUA REYNOLDS come modella in molte circostanze, come in "Thaïs"
(Martin Postle, Sir Joshua Reynolds, Cambridge University Press 1995, p. 44)
"Mrs WARREN Profession", testo teatrale di GEORGE BERNARD SHAW, scritto nel 1893-94
(Enciclopedia dello Spettacolo, UNEDI, Torino 1975)
"Thaïs", del 1781, di JOSHUA REYNOLDS, olio su tela , cm 229,2X144,2 (realizzato con EMILY WARREN come modella)
(National Trust-Waddesdon Manor)
Foto del quadro "Thaïs", di JOSHUA REYNOLDS, del 1781
(Martin Postle, Sir Joshua Reynolds, Cambridge University Press 1995, p. 206)
EMILY WARREN e ROBERT POTT emigrarono in India nel marzo del 1781, done ella morì.
(Martin Postle, Sir Joshua Reynolds, Cambridge University Press 1995, p. 45)
EMILY POTT ha posato per JOSHUA REYNOLDS in "Thaïs", ma anche altri pittori, come NATHANIEL DANCE, GEORGE ROMNEY e il miniaturista CHARLES SHERIFF (o SHIRREF) l'hanno utilizzata come modella.
(Martin Postle, Sir Joshua Reynolds, Cambridge University Press 1995, p. 320)
Miss POTT risulta sul libro degli appuntamenti, Pocket Book, in data 4 settembre 1788.
(Martin Postle, Sir Joshua Reynolds, Cambridge University Press 1995, p. 340)

Cavalieri Olimpici


01.503 - 3.12.14 



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